“Il silenzio della solitudine”: presentato a Soverato il nuovo libro dell’avvocato Antonio Nania

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  04 marzo 2023 11:46

DI MASSIMILIANO LEPERA

È stato presentato ieri pomeriggio, all’interno della Sala Consiliare “Bruno Manti” del Comune di Soverato, il nuovo libro dell’avvocato Antonio Nania, “Il silenzio della solitudine”, in una conferenza moderata dal generale Pasquale Martinello e promossa dalla Libera Università Popolare della Terza Età e del Tempo Libero “Magno Aurelio Cassiodoro” di Soverato. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, la professoressa Sina Montebello, presidente onorario della Libera Università Popolare, il maestro Aldo Conforto, che si è cimentato nella lettura di poesie a tema, ma anche di alcuni passi del libro dell’autore, nonché di critiche letterarie molto positive sulla sua opera, oltre a numerosi interventi, nel corso della serata, da parte di un nutrito pubblico, tra cui la professoressa Mariarosaria Pedullà, anch’essa socia della Libera Università Popolare. Il libro dell’avvocato Nania ha fatto riflettere tutti i presenti circa un tema molto ricorrente e molto sentito, come affermato dall’autore stesso. Un argomento, tra l’altro, che è stato trattato anche recentemente in un convegno del Seminario Pontificio “San Pio X” di Catanzaro: “si è soli quando non ti aspetti più nulla dalla vita. Non è un paradosso che nella società odierna, iperconnessa su tutte le reti, la solitudine sia così diffusa”. Questo, in sintesi, il pensiero della Chiesa di Catanzaro. Nel corso della conferenza sono state numerose le riflessioni al riguardo, a partire dalla professoressa Sina Montebello, la quale ha passato in rassegna il pensiero di Hesse, Leopardi e tanti altri grandi della letteratura, rimarcando l’accento sul fatto che in quest’epoca non sempre è facile riservare a sé momenti di riflessione, e riuscire a restare da soli è quasi un’arte, nonché staccarsi da tutto per fare del bene, sentire il legame interiore tra la conoscenza di sé e la relazione con Dio. Il generale Martinello, moderatore dell’incontro, oltre a presentare il tema trattato, ha posto anche l’accento sull’importanza dell’associazione Consolidal, della quale l’avvocato Antonio Nania è presidente nazionale, che si ispira alla concezione cristiana dell’uomo e della vita e si prefigura come baluardo della tutela e promozione sociale in tema di famiglia, cultura e solidarietà. “Sono arrivato a scrivere questa riflessione”, ha affermato poi l’avvocato Nania, “non tanto lunga, perché i sentimenti non si misurano dalla lunghezza delle parole. Siamo finiti in un groviglio di ingranaggi che diventano sistema e che ci fanno perdere la capacità e l’autonomia di esprimere opinioni, gusti e interessi personali. Siamo succubi, perché senza rendercene conto abbiamo perso la nostra personale sovranità, senza distinguere il vero dal falso, come in questo periodo di guerra tra Russia e Ucraina, in cui circolano diversi fake circa l’andamento dei fatti. Dobbiamo avere pertanto la capacità di non arrenderci alla sudditanza del potere civile, politico ed economico”. L’autore pone l’accento sul fatto che spettano a noi uomini le scelte di creare le condizioni per dare una nuova direzione alla nostra vita, di riempire burroni per evitare di sprofondare nella delusione e nello scoraggiamento, di spazzare le nuvole dell’orgoglio che ci impediscono di evitare di imboccare nel cammino la strada più tortuosa o di rimanere intrappolati in qualche ragionamento contorto. E mentre cosciente che il tempo non lo appartiene e non bisogna farlo trascorrere invano perché il mondo è sempre più fatto a scale, l’avvocato ricorda l’intervento deciso del suo nipotino di allora appena 4 anni, che con una concreta partecipazione emotiva gli aveva dato l’input e l’impulso necessario a fare una riflessione sul “silenzio della solitudine”. Un tema molto fertile di cui discutere, che ha stimolato le riflessioni di molti tra i presenti, come la professoressa Pedullà, la quale ha affermato: “È proprio nella solitudine, nel deserto, che riusciamo ad alzare gli occhi al cielo e scorgere un’entità superiore che ha creato questo grande universo in cui ci sentiamo spesso sperduti. Il deserto non è un’arida forma di vita, perché c’è una grande biodiversità. Ma noi lo consideriamo come un ambiente quasi asettico, che non ha alcuna vitalità. Ciò non è vero. Perché alle prime gocce di pioggia il deserto fiorisce. E basterebbe poco anche che fiorisca il nostro deserto interiore”. Insomma, un incontro ricco di spunti e riflessioni interessanti che fanno comprendere come l’uomo, se vuole, può scavare profondi tunnel nella propria anima e considerare che infinito universo essa sia,  non sentendosi mai veramente sola.

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