Esistono storie nascoste, esistono storie silenziose, esistono storie tristi, esistono storie...invisibili... sono sempre le loro storie... dei nostri amici a 4 zampe. Storie di cani vissuti per anni in quartieri della città, amati, coccolati, sfamati, nutriti e perchè no, anche un pò il simbolo del luogo stesso.
Lei è Lulù. Anzi "era" Lulù. Cane da quasi 10 anni simbolo del Quartiere Mater Domini di Catanzaro. Tutti conosciamo Lulù, tutti hanno avuto modo di vederla davanti la pasticceria, davanti Villa Bianca, a zonzo per strada senza mai far del male a nessuno. Lulù è anziana. Un pò come un nostro nonno o una nostra nonna, così vista l'età avanzata diventa incontinente. Non si può mettere il pannolino Lulù, ma si può curare, si deve curare, fisicamente, ma soprattutto nel cuore e nell'anima, dopo che per anni e anni ha rispettato il suo quartiere.
Come spesso succede però si preferisce "la Casa di Cura", in questo caso il Canile. Luogo assolutamente non idoneo per un cane a cui deve essere somministrata una terapia ogni 12 ore. Luogo assolutamente non idoneo per un cane vissuto in libertà da quando è nato. Il paragone tra uomo anziano e cane anziano può sembrare inopportuno, ma la differenza non esiste, esiste solo l'anzianità. Anzianità di un essere vivente che vuole vivere a casa sua. Strada o appartamento che sia, ma è sempre una casa, la propria casa.
Lulù è rassegnata, triste, silenziosa e il suo mondo ora è a strisce, la sua libertà completamente perduta. Accalappiata a metà febbraio per la sua Anzianità che le ha portato ad avere una brutta infezione dovuta all'incontinenza, Lulù è stata condannata al carcere.
Dal 13 marzo l'Associazione Anima Randagia, che già nel 2013 aveva sterilizzato Lulù dopo aver trovato casa a numerose cucciolate, ha chiesto regolarmente al Sindaco l'attuazione della legge regionale 41/90, modificata con la legge regionale 4/2000, e del DCA 67/2018, per la reimmissione sul territorio della piccola. L'Associazione ha fornito relazione compilata da esperto medico veterinario comportamentalista che attesta la NON pericolosità del cane; ha fornito assicurazione a proprio carico per eventuali danni causati dalla piccola in futuro e per il resto della sua vita; ha fornito elenco dei 3 tutori del quartiere che volontariamente si occuperanno, come hanno fatto fino ad ora, del mantenimento e delle spese sanitarie di Lulù, con tanto di firma per sollevare il comune da qualsiasi obbligo nei confronti del cane; ha presentato serie infinita di firme dei residenti del quartiere che rivogliono Lulù " a casa", anzi che aspettano il ritorno di Lulù a casa.
Il 10 aprile sembrava fossimo arrivati ad una svolta, ma ancora una volta la macchina si è inceppata. Anima Randagia ha sollecitato il Sindaco, come massima autorità sanitaria, a prendere a cuore la questione di Lulù esercitando la Sua autorità per restituire alla piccola la libertà perduta. Anima Randagia ha fornito una serie di soluzioni che possono tranquillamente essere attuate e il Comune Capoluogo di Regione potrebbe finalmente dimostrarsi socialmente attivo anche in campo di tutela animale.
Un cane in canile costa. E costa a tutta la comunità, a tutti i cittadini. Finora abbiamo agito in silenzio con la speranza di creare un precedente, un inizio, per tutti i cani di "quartiere" che anni vivono accuditi da persone di buon cuore.
Le leggi ci sono, attuiamole insieme, con la massima collaborazione. Sono passati 3 mesi dal giorno dell'accalappiamento e Lulù è stanca, silenziosa e triste. Non può più restare in Canile. A completa e totale disposizione per trovare una soluzione che possa andare bene al Comune stesso, sempre nel rispetto delle caratteristiche psicologiche del cane già analizzate, chiediamo all'Il.mo Sindaco di Catanzaro di accogliere le nostre ultime proposte e di liberare Lulù al più presto.
Collaborazione tra Enti di Terzo Settore ed Enti Pubblici possono solo portare benefici all'intera comunità.
Sindaco ci ascolti. Ci ascolti guardando gli occhi di Lulù.
L'Associazione Anima Randagia di Catanzaro
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