
di DAVIDE ZICCHINELLA
A novembre, in Burkina Faso, è in corso la stagione secca che fino a maggio è avarissima di pioggia. Dal Sahara soffia l' "harmattan", un vento secco e caldo che infuoca le giornate nella "terra degli uomini integri" (significato del nome del paese). E bisogna essere veramente integri, almeno fisicamente, per lavorare senza sosta oltre 12 ore al giorno sotto un solleone inferocito. È ciò che fanno da circa 5 anni Adama (il primo a destra) e Hubert, da quanto erano poco più che ragazzini, avendo adesso , rispettivamente 21 e 20 anni.

La loro paga, se riescono a lavorare a ritmo serrato e senza sosta, consumando almeno 7 sacchi di cemento al giorno, per produrre circa 300 blocchetti, si aggira intorno ai nostri 15 euro.
Si perchè ai due ragazzi, che cuociono sotto il sole insieme ai blocchetti che producono, il loro "datore di lavoro" riconosce 2 euro a sacchetto di cemento consumato.
Per meno di 10.000 Franchi CFA al giorno, corrispondenti, come detto, ai nostri 15 euro, moneta locale che viene ancora battuta dalla Francia (malgrado da tre anni il paese sia passato sotto l'influenza politica ed economica di Russia e Cina) Adama e Hubert sfidano con la sola forza delle loro giovani braccia, 6 giorni su 7, 12 ore su 24, un caldo oltremodo mortifero, immolandosi per sopravvivere. Un assurdo ossimoro, neccessario per spiegare la vita quotidiana in un Paese senza diritti e senza futuro, da cui in tanti cercano, legittimamente e correndo non pochi rischi, appena possibile di scappare.
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