di CARMINE MUSTARI
La politica locale ha un suo sobbalzo, accade che dopo circa 8 anni avviene in virtù di una sentenza del tribunale monocratico di Catanzaro che decreta la sentenza di assoluzione dell’attuale primo cittadino Sebastiano Tarantino per il reato contestato di diffamazione nei confronti del capogruppo della minoranza Eugenio Canino, dopo qualche anno dunque il Tribunale monocratico di Catanzaro, nella persona del Giudice Marilena Sculco ha assolto il sindaco di Taverna, Sebastiano Tarantino, dall’accusa di diffamazione aggravata nei confronti del suo predecessore Eugenio Canino.
Si sa che nei piccoli borghi spesso nel corso dei comizi elettorali, soprattutto per le elezioni alla carica di sindaco la dialettica dei comizi si basa su reciproche accuse sull’operato dell’uno o dell’altro candidato, su eventuali negligenze amministrative e incapacità gestionali, accuse che i candidati si scambiano reciprocamente nel corso delle accese campagne elettorali. I comizi sono poi quelli che animano le piazze in quel mese, tanto dura generalmente la campagna elettorale per le amministrative comunali. Ma quei momenti sono vissuti con trepidazione e tatticismi, il colpo a sensazione, e le stoccate non mancano.
Poi una volta che uno dei candidati vince e conquista lo scranno di sindaco tutto cala, come un sipario ideale, e la gente ricomincia a vivere la routine di sempre. Possiamo tranquillamente dire che le campagne elettorali spesso sono un diversivo al solito tran-tran. In questo caso, invece uno strascico post elettorale c’è stato e si è finiti in tribunale davanti al giudice che ha dovuto decidere per una sentenza di assoluzione o condanna a carico del sindaco attuale di Taverna, infatti, Sebastiano Tarantino era accusato di avere offeso la reputazione di Canino Eugenio, ciò sarebbe accaduto nel corso di un comizio pubblico di tipo politico, perché secondo Canino, Tarantino aveva criticato la gestione di alcuni fondi del bilancio comunale effettuata dall’amministrazione dell’epoca e in gestione sempre dello stesso Canino.
I fatti risalgono al settembre del 2015 allorquando il clima elettorale nella cittadina era molto teso e si discuteva in vari comizi e dibattici pubblici della responsabilità dello sforamento in bilancio del patto interno di stabilità con scambio di accuse tra i componenti delle due amministrazioni che si erano succedute, quella a guida Canino nel periodo 2010-2015 alla quale era seguita quella Tarantino, che è tuttora in carica. A seguito del comizio si registrava la querela di Canino, costituitosi parte civile, che aveva incaricato il ministero all’avvocato Luca de Fazio, che depositava i propri atti d’accusa nei confronti di Tarantino, che per la tale questione è stato difeso dall’avvocato Gregorio Ferrari.
Dopo un dibattimento in sede giudiziale è arrivata la pronuncia di assoluzione del Tribunale perché il fatto non costituisce reato. "Sono soddisfatto della sentenza, ma non avevo dubbi - ha dichiarato l’attuale sindaco Tarantino – nel corso della campagna il sottoscritto e la mia coalizione abbiamo solo ribadito dei concetti inequivocabili, il fatto che la sentenza dica che il reato non sussiste palesa tutto ciò, e che la nostra trasparenza sia risultata tale lo si conferma anche attraverso un altro tribunale, non secondo a quello forense, quello dell’elettorato, che dopo quanto è stato fatto ci ha riconosciuto un secondo mandato forte di un notevole consenso elettorale nelle ultime consultazioni del 2020".
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