di TERESA ALOI
La chiamano la Costa degli Dei. E non potrebbe essere altrimenti considerata la bellezza del litorale - oltre 50 chilometri - fatto di spiagge bianche interrotte da rocce frastagliate che creano piccole calette raggiungibili solo a piedi o in barca. Ed è in questo panorama che Tropea riveste un ruolo importantissimo, che la rende una località di elevata vocazione turistica a livello internazionale, tanto da meritare la dicitura "Perla del Tirreno", per la sua bellezza paesaggistica.
Camminare tra le viuzze che guardano al mare dai mille blu, celesti che virano al verde, tra le botteghe che fanno dell’artigianato il fiore all’occhiello, a torso nudo, sarebbe un’offesa non da poco. In quest’ottica, e in nessuna altra, andrebbe letta l’ordinanza del sindaco, Giovanni Macrì, che ha vietato con tanto di ordinanza di “circolare o sostare a torso nudo” o in “costume da bagno”. Eccezion fatta per la zona marina (LEGGI LA NOTIZIA).
Da dove nasce questa rigidità? “Non la trovo affatto una rigidità - spiega il primo cittadino – ma una cosa normale. A Milano, davanti al Duomo, chi si sognerebbe di andarci a torso nudo?”. Il paragone farebbe fatica a reggere e allora il sindaco incalza. “In diverse località, ad esempio Riccione, Margherita di Savoia, sono state emesse ordinanze simili. La disposizione si applica nel centro cittadino e la trovo una cosa normale. Anzi, mi meraviglio che altri Comuni non l’abbiamo emessa”.
Ammette che avrebbe voluto essere il precursore del "decoro turistico", una sorta di sindaco “apri pista”, ma non è così. “A Capri è vietato passeggiare con gli zoccoli, in altri comuni in canottiera”. Perché alla fine “stiamo cercando - incalza - di dare un’immagine diversa della nostra bella Tropea, certi tipi di comportamenti, non consoni alla realtà che vogliamo costruire, cerchiamo di censurarli”.
E poi la chicca: A Tropea, agli inizi degli anni ’80, l’allora sindaco Peppino Romano emise un’ordinanza che si può riassumere più o meno così: “E’ severamente vietato il topless in spiaggia, tranne se il seno merita di essere mostrato”. Come dire, se non sei bella, avvenente, non mostrarti. Perché, alla fine, è sempre una questione di decoro. Oggi, a distanza di oltre 30 anni, l’ordinanza non è stata mai revocata, nonostante, come spiega il sindaco Macrì, i provvedimenti abbiano una loro fine “fisiologica”. Altrimenti, sì che la questione sarebbe discriminatoria.
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