I clan di Cosenza avevano una "bacinella comune" per il mantenimento dei detenuti. Il dato emerge dalle carte dell'indagine "Il sistema", coordinata dalla DDA di Catanzaro e che ieri ha portato all'iscrizione sul registro di indagati di 202 persone. Coinvolti i clan del Cosentino e una fetta della politica della provincia bruzia, tra cui sindaci e assessori
Dal lavoro guidato dal procuratore Nicola Gratteri e dalle forze di polizia, è venuto fuori che i proventi delle attività illecite condotte dalla confederazione sarebbero stati suddivisi tra i due gruppi principali: gli italiani da una parte e gli zingari dall'altra (con al vertice di questi ultimi Abbruzzese Luigi).
La 'ndrangheta fa dei numeri e della precisione una delle caratteristiche principali e così c'è anche la fotografia della suddivisione delle elargizioni. In termini percentuali, il 60% sarebbe andato agli italiani, mentre il 40% agli zingari.
Le somme sarebbero stato destinate sia al mantenimento dei sodali detenuti (quantificando le somme in base al grado gerarchico del sodale), che al pagamento di "stipendi" per i sodali liberi. Senza escludere il finanziamento delle stesse attività illecite.
Le ricostruzioni delle dinamiche criminali sono state possibili attraverso le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
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