Il ricorrente si era difeso utilizzando, come argomentazione, il suo impegno politico e sociale anche in ambito universitario e studentesco
31 maggio 2020 14:57di PAOLO CRISTOFARO
IL PORTO D'ARMI NEGATO E LA CONFERMA DAL TAR - "Numerosi controlli del ricorrente con individui di elevatissimo spessore criminale, molti dei quali appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso". E' questa la motivazione che ha spinto la Questura di Vibo Valentia a privare un uomo del porto d'armi. Il soggetto ha fatto ricorso al Tar, difeso dall'avvocato Domenico Rosso, ma di fronte agli elementi presentati dagli inquirenti, i giudici del Tribunale Amministrativo di Catanzaro, non hanno potuto che dare ragione alla Questura.
I CONTATTI CON ELEMENTI "CARISMATICI" VICINI ALLE COSCHE NONOSTANTE L'IMPEGNO POLITICO E SOCIALE IN AMBIENTE UNIVERSITARIO - Stando ai resoconti dei Carabinieri, l'uomo a cui è stato negato il porto d'armi era stato controllato per ben 12 volte con soggetti "gravati da pregiudizi di polizia e penali per una molteplicità di reati, anche gravissimi, attinenti alle armi o all'associazione di stampo mafioso, anche con un ruolo ritenuto carismatico". Cercando di difendere la propria posizione, l'interessato aveva parlato di un proprio impegno personale a livello sociale e politico, anche in ambiente universitario.
Ma per i giudici "ulteriori argomentazioni in ordine alle cariche politiche e sociali, anche nell’ambito studentesco-universitario, che egli ha ricoperto fuori dal territorio di origine" non sono apparse sufficienti, "atteso che l’assunzione delle stesse non presuppone una “affidabilità”, quanto meno negli ambiti e nei termini richiesti dalla normativa in materia di porto d’armi; né rileva l’avvenuto trasferimento per motivi di studio, che non gli avrebbe comunque impedito di mantenere i contatti oggetto di controllo", conclude la sentenza del Tribunale (presidente: Giancarlo Pennetti; estensore: Domenico Gaglioti).
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