La sezione di Reggio del Tribunale Amministrativo regionale della Calabria si pone al secondo posto in Italia, dopo Trento, per il tempo medio di definizione delle sentenze: 29 giorni. E' il dato più saliente emerso dalla relazione pronunciata dal presidente Caterina Criscenti in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2020 e nel corso della quale è stato illustrato il bilancio dell'attività del 2019. "Un anno in cui - ha detto Criscenti - sono stati presentati 759 ricorsi, 106 in più rispetto all'anno precedente, con un significativo incremento delle istanze cautelari, aumentate di oltre il 40%, e maggiori numeri anche per le richieste di misure cautelari monocratiche. Nonostante la mole di lavoro sono state emanate 198 risposte cautelari. Dei 759 nuovi ricorsi, ad oggi, ben 226 sono già stati esaminati e definiti e per 30% circa hanno avuto una immediata risposta cautelare o una definizione nel merito. Sono state pubblicate 632 sentenze, 52 nella forma di sentenza breve, 487 decreti decisori, con un consequenziale e significativo calo dell'arretrato. Al 31 dicembre 2019, risultano pendenti 1430 ricorsi, con un netto miglioramento rispetto ai ricorsi pendenti negli anni precedenti: 1775 alla fine del 2018 e 2152 alla fine del 2017".
"Questa Sezione - ha sottolineato ancora la presidente Criscenti nella sua relazione - ha fattivamente lavorato per la riduzione dei ricorsi pendenti e di quelli in attesa di definizione da più anni. Nel corso del 2019 sono state celebrate tre udienze straordinarie di merito, in cui sono stati definiti con sentenza 93 ricorsi. Una buona produttività che si deve all'impegno corale dell'ufficio in tutte le sue componenti, nonostante questa Sezione sconti ripetuti turnover, e sia afflitta da una pesante scopertura dell'organico". Entrando nel merito di alcuni ricorsi la presidente ha citato quello, "molto seguito a livello mediatico", avverso il provvedimento del Ministero dell'Interno di revoca dei benefici accordati al Comune di Riace nell'ambito dello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. "Questa sezione - ha ricordato - nell'accogliere il ricorso del Comune di Riace si è soffermata sugli strumenti di partecipazione procedimentale e sul principio di proporzionalità che deve conformare il potere pubblico, evidenziando come, nel caso specifico, il forte impatto del provvedimento di revoca del contributo nei confronti del destinatario imponesse, in base appunto a tale principio, che l'agire dell'Amministrazione fosse quanto più possibile rispettoso anche delle regole procedimentali". Passando in rassegna la casistica, sono stati evidenziati i tanti ricorsi in materia di urbanistica ed edilizia riguardanti l'accesso al lavoro pubblico o afferenti la materia del pubblico impiego e "molti di più dello scorso anno - è stato il dato segnalato dalla presidente della sezione reggina del Tar - sono stati i ricorsi avverso le informazioni interdittive antimafia. Un dato - ha evidenziato Caterina Criscenti - che rivela il costante e vigoroso impegno della Prefettura di Reggio Calabria, unitamente alle forze dell'ordine, nel controllo, anche in chiave preventiva, del multiforme fenomeno dell'infiltrazione mafiosa nell'economia".
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