di PAOLO CRISTOFARO
Non solo procedimenti penali per violenza sessuale, maltrattamenti, aggressioni e resistenza a pubblico ufficiale, ma soprattutto "refrattarietà alle ordinarie regole della convivenza civile". Con queste motivazioni Il Tribunale Amministrativo di Reggio Calabria ha confermato oggi, con una sentenza (presidente: Caterina Criscienti; estensore: Andrea De Col), la decisione della Questura di revocare all'uomo il permesso di soggiorno.
"La pericolosità sociale dello straniero, titolare di un permesso di soggiorno per lungo soggiornanti", scrive il Tribunale,"è stata desunta dall’arresto per reati contro la libertà sessuale e dalla denuncia penale per reati contro la persona commessi all’interno del nucleo familiare", anche se "il provvedimento impugnato non fonda la valutazione di pericolosità dello straniero sul mero dato dell’esistenza a suo carico di procedimenti penali per reati ostativi alla permanenza in Italia, ma valorizza la natura e la gravità dei reato commesso nel contesto complessivo delle condizioni di vita del ricorrente e della sua refrattarietà alle ordinarie regole della convivenza civile", scrivono i giudici, e che " la stessa revoca del permesso di soggiorno si basa, in definitiva, su elementi di fatto non superati dalle generiche argomentazioni difensive".
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