di CLAUDIA CONIDI RIDOLA*
Il telefono non è solo uno strumento di comodità: è spesso l’unico testimone disponibile nel momento in cui avviene un fatto illecito. Con un tap posso filmare un’aggressione, registrare una minaccia, inviare in tempo reale foto o video alle forze dell’ordine anche mantenendo l’anonimato: in casi critici questo comportamento può salvare una vita o interrompere un’aggressione prima che degeneri.
Queste riprese in tempo reale carpiscono fatti che altrimenti resterebbero insondabili; diventano prove immediate della realtà degli eventi e possono smascherare menzogne, contraddizioni o versioni artefatte emerse in sede civile o penale. Proprio per questo valore probatorio lo smartphone è un’arma potentissima nelle mani del cittadino e dell’avvocato.
Va però ribadito il confine tra tutela e illegalità: la legge protegge la riservatezza e punisce intercettazioni e accessi non consentiti (v. Regolamento UE 2016/679 — GDPR — e d.lgs. n. 101/2018; artt. 615-ter, 617, 617-bis c.p.; art. 612-bis c.p. per lo stalking; art. 595 c.p. per la diffamazione). Sul piano civile opera anche il principio di responsabilità ex art. 2043 c.c. e le regole dell’onere probatorio e dell’ammissione delle prove.
Per trasformare in modo sicuro una ripresa in prova definitiva è essenziale la perizia forense: un’estrazione tecnica che certifica integrità, metadati, timestamp e catena di custodia è ciò che “blind a” un fatto, rendendo la prova spendibile davanti all’autorità giudiziaria. Senza questa certificazione, la registrazione rischia di essere contestata come alterata o manipolata.
In sintesi: il telefono può salvare, documentare e svelare la verità, ma solo con comportamenti corretti e con l’ausilio tecnico-legale adeguato la prova digitale raggiunge il suo massimo valore. Noi avvocati dobbiamo saper indicare entrambe le cose: come usare lo smartphone per tutelarsi e come assicurare, attraverso la perizia, che quel dato rappresenti la verità processuale.
*Avvocato
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736