di TERESA ALOI e FRANCESCA FROIO
Chi arriva a piedi. Chi in auto. Chi tenendo per mano i suoi bambini. Chi, ancora, il proprio cane. Lo sguardo però accomuna tutti. Ed è uno sguardo triste, pieno di paura, di interrogativi.
Quel senso di angoscia che da giorni - era il 17 gennaio scorso - pervade la popolazione della Presila catanzarese scossa da uno sciame sismico (LEGGI QUI) che al momento non conosce sosta, è come se fosse dipinto sui loro volti. Gli occhi sono fissi sui telefonini per rassicurare le persone care e per controllare il sito dell'Istituto nazionale geofisica e Vulcanologia, nella speranza di non vedere apparire il nome del proprio paese nella lista degli ultimi terremoti.
Solo la voce di un bambino che vorrebbe giocare su uno scivolo, nonostante l'ora tarda distoglie per qualche minuto i pensieri.
E' stata l'ennesima notte di paura nella Presila quella appena trascorsa, per chi ha abbandonato la propria casa preferendo "vivere" all'aperto.
Ad Albi, epicentro del sisma, la gente è scossa. Di stare in casa proprio non se ne ha voglia e poco importa se sia di giorno o notte: la cosa importante è stare insieme. Per condividere la paura. Per cercare disperatamente parole di conforto.
La paura è tanta: l'ultimo terremoto che la gente ricorda è stato quello a metà degli anni 80. Poi, nulla.
Un evento nuovo, dunque, così come sottolinea lo stesso sindaco di Albi, Salvatore Ricca, che invita i suoi cittadini a mantenere la calma.
A Sorbo Basile, ci si incontra fuori.
Le parole che si rincorrono sono per tutti le stesse: terremoto, sicurezza, scossa. Il sindaco, Enzo Nania, ha chiuso le scuole. "Per precauzione" ammette ricordando che "domani abbiamo una riunione con tutti i sindaci per capire come comportarsi nei prossimi giorni, perché, se la situazione resta quella attuale, è necessario intervenire per evitare che le scuole restino chiuse per troppo tempo". Intanto rassicura "con serenità e determinazione" ricordando il lavoro delle Associazioni presenti sul territorio.
Un copione che si ripete a Taverna. "Non ci sono danni agli edifici pubblici - spiega il sindaco Sebastiano Tarantino - e per quanto riguarda le strutture private non sono arrivate segnalazioni". Eppure i cittadini hanno preferito lasciare i propri appartamenti e ritrovarsi fuori. Forse per quel senso di comunità che, a volte, ti rassicura.
Troppe le scosse e troppo vicine - una decina in poche ore - a tal punto che circa 250 persone hanno affollato il campo sportivo, la zona Pip (nella parte alta del paese) e località Santa Andrea. Tutte aree sgombre da fabbricati. Il sindaco è rimasto con loro fino alle 2 di notte. Ha aperto gli spogliatoi e i servizi igienici del campo sportivo illuminando a giorno tutta l'area.
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