di GIOVANNA BERGANTIN
Credo di aver studiato le tabelline a sei anni. Di certo non avrei mai pensato di dover imparare a memoria la tabella graduata delle distanze sociali da utilizzare in fase post emergenza Sars –CoV2 che, invece, ricorderemo, eccome! Nel tentativo di riallacciare i rapporti col mondo, interrotti da mesi, fissiamo nella mente la tabella delle sicurezze consentite – non si parla d’altro - per calcolare le giuste distanze a seconda dei luoghi e delle attività. Una per ogni occasione: al ristorante, al parco, in palestra, in piscina, sotto l’ombrellone, tra le sedie in posa dal parrucchiere, col vicino di banco in
chiesa, a spasso, tutto al netto delle direttive dei singoli Governatori. Mi chiedo, allora, ma quanti metri occorrono per stare al sicuro? Decido di risolvere in pratica e utilizzo la massima distanza per tutte le occasioni, con buona pace del distanziamento di convivenza, dal virus, ovviamente.
E’ la fase 2 che entra nel vivo. Linee guida e protocolli, tanta impazienza ma anche tanta preoccupazione per l’Italia che riapre. Nuove regole, nuovi stili di vita e modifiche delle comodità acquisite. Prendiamo la ristorazione, si sa che è un
settore cruciale della nostra Regione e insieme alla filiera agroalimentare e al turismo subirà molti cambiamenti. Pure lì gesti e riti tutti da reinventare, abitudini da dimenticare e nuovi schemi da apprendere. Anche il tradizionale e caro menù vivrà una nuova fase della sua storia. Abolito quello cartaceo per dpcm, come sarà strutturato e presentato quello della fase 2, moda post pandemica? Niente paura. Ad immaginare la soluzione ci hanno già pensato tre ventenni di Corigliano-Rossano con la fissa per l’informatica, la tecnologia e l’innovazione.
Anticipando le problematiche che il corona avrebbe apportato alle nostre piccole comodità, in fatica di lockdown hanno provato a ragionare su come risolvere qualche rebus nel mondo post epidemia. Per rimuovere l’ostacolo ed elencare la lista dei piatti e dei prodotti che ristoratori ed esercenti avrebbero di lì a poco dovuto presentare ai clienti hanno ingegnato un’app ad hoc. “La situazione sopraggiunta e le nuove regole hanno costretto i servizi della ristorazione, dei bar e dei pub, delle pizzerie ed in generale del settore della somministrazione di alimenti – racconta Alessandro
Cofone, portavoce del team dei giovani – a dover fare i conti con questioni inedite e adattarsi velocemente alle nuove esigenze” Ed è qui che i tre giovani, studenti di diverse facoltà all’Unical, intervengono, si mettono all’opera e buttano giù l’idea ” di dare un contributo per supportare queste attività nella fase di riapertura graduale”. E… voilà, prende vita “QuickMenu” un’app gratuita per rendere semplice e veloce la digitalizzazione del menù tradizionale.
"Un sistema facile, pensato un po’ per tutti. – spiega Alessandro - Il proprietario dell’attività si registra sul portale online, inserisce i dati aziendali e le varie pietanze e offerte creando il menù virtuale. Si può, anche, utilizzare il sistema di automatizzazione inviando a noi una foto del vecchio menù. A queste attività viene poi assegnato un codice, il QuickMenu QR, che permette la scansione da cellulare per tutti i clienti. Questi, a loro volta, si troveranno il codice da scansionare (o la ricerca manuale dell’attività che gli interessa) e potranno accedere subito al nuovo Menù digitale”.
Prendiamo atto della realtà e dei nuovi stili di menù. Con un po’ di magone ingoieremo anche questa novità per poi adeguarvisi il più velocemente possibile. Ci fa bene pensare che l’epidemia, insieme a tanta sofferenza, ha stimolato anche nuove ideazioni. Giovani che hanno avuto la forza di reagire e dopo la quarantena danno una mano per ripartire, per ricominciare, a rifondare questa nuova “normalità”.
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