di ANNA TRAPASSO
Il giurista, il politico, l'uomo: nella sua dimensione professionale, pubblica, ma anche in quella familiare, personale, più intima. Lo hanno ricordato in tanti, Mario Casalinuovo, insigne giurista e socialista catanzarese la cui figura e la cui storia, anche oggi, riesce a riunire e appassionare centinaia di persone nel suo ricordo.
L'evento, organizzato per celebrarne la memoria, si è tenuto presso la Casa delle Culture del palazzo della Provincia di Catanzaro, la sua città. In platea, il mondo della politica - in particolare quella d'un tempo - , delle istituzioni e dell'avvocatura.
In tanti si sono avvicendati ai microfoni per ricordare l'instancabile uomo politico, riformista col cuore sempre attento alla sua Calabria, l'appassionato dominus, l'imbattibile avvocato nelle aule di giustizia. Ad oggi, i suoi consigli valoriali ancora permeano la formazione di generazioni di suoi allievi, mentre le pagine del codice e della storia della politica dello scorso secolo continuano a parlare di lui.
I più vividi (e commoventi) dei ricordi sono stati affidati alle testimonianze di Leopoldo Chieffallo, Giuseppe Carvelli e Vincenzo Ioppoli, avvocati. Assente per motivi di salute Rosario Olivo, ha comunque voluto inviare il suo messaggio per ricordare, di Casalinuovo, " la carica umana e la generosità di voler trasmettere agli altri il suo immenso patrimonio politico e giuridico".
I contributi speciali sono stati invece affidati a due ospiti d'eccezione, Nico D'Ascola e Bobo Craxi. Il primo ha ricordato il giurista, il secondo il politico.
"Trovo estremamente connesse le due componenti, il penalista ed il politico. E ciò non soltanto per un dato oggettivo, quella connessione stretta sul piano generale tra diritto e politica, ma anche per quell'amore per la libertà tipico dell'avvocato penalista senza cui non si potrebbe svolgere una professione difficile, e per quella vocazione alla tutela dei diritti, a dimostrazione che la politica, ad un certo punto della vita, diventa una passione che pervade il penalista. - ha esordito il professore e avvocato Nico D'Ascola -
Mario Casalinuovo ci ha insegnato come la libertà vada difesa e, soprattutto, il valore del tramandare, che dovrebbe costituire un punto di riferimento in una società diventata ormai impoverita, ottusa, una via per uscire dal misero contesto in cui la nostra società è purtroppo sprofondata. Casalinuovo aveva un leitmotif sul versante penalistico, l'idea della "grande avvocatura", anche in virtù della convinzione che quella grande avvocatura negli anni precedenti ed immediatamente successivi alla II Guerra Mondiale dovesse essere un punto di riferimento per i giovani, tant'è che lui scriveva che la grande avvocatura costituisse un presupposto per l'esercizio della attività professionale per i giovani avvocati. Ecco allora il valore del tramandare, l'importanza che gesti e vicende concrete anche piccoli e significativi episodi siano trasferiti. Esperienze che nessun libro potrà trasferire. Il discorso ai propri allievi, il senso delle cose, il significato reale delle cose e quelle circostanze che, se non tramandate, so perderanno".
"Mario Casalinuovo - continua ancora D'Ascola- aveva l'arte del convincere. Non l'arte di avere ragione, di cui parla Schopenhauer, ma l'arte di giungere insieme ad una convinzione comune, l'arte del grande avvocato, che non cede ai sofismi per cui si tenta di aver ragione ma convince. L'attribuzione che mi permetto di fare, avendo colto lo stile e il senso del suo fare l'avvocato, era quella di portare il proprio interlocutore sulle proprie posizioni ma attraverso l'adesione convinta . È l'arte dell'argomentazione di noi avvocati, è un patrimonio tutto nostro. Aveva inoltre l'arte della semplicità e dell'eleganza nella professione". Non mancano, in conclusione, alcuni spunti critici nei confronti della categoria: "Dobbiamo, oggi come allora, essere rigorosi con il livello etico dell'Avvocatura, così da resistere alle minacce che ci sono poste quotidianamente, tra queste una su tutte la perdita dell'oralità. Che non si perda la cultura umanistica nella cultura giuridica, i valori dell'umanità restino preminenti rispetto agli aridi tecnicismi, non si trasformi il processo in una mera burocrazia".
"Di Casalinuovo è bene ricordare il suo alto senso di responsabilità, non assistette impassibile alla svolta politica e generazionale del PSI nel 1976, il cosiddetto nuovo corso del Partito, vi partecipò senza conformismo pur partecipando da posizione soccombente al congresso di Torino. Casalinuovo assieme ai compagni di Catanzaro decise di aderire alla corrente politica che sorresse il segretario del partito finchè rimase in carica". Quel segretario del partito era Bettino Craxi.
A rievocare con queste parole il politico Casalinuovo, l'onorevole Bobo Craxi:
"A cavallo tra gli anni 70 e 80, Casalinuovo dispiegò e profuse il lavoro più concreto ed assiduo nella sua attività, prima come amministratore regionale e poi come Parlamentare del collegio, all'interno della Commissione di Grazia e Giustizia della Camera, nelle Commissioni parlamentari per i procedimenti di accusa, nella Commissione speciale per i decreti legge in favore delle popolazioni colpite dal terremoto, presentò oltre 50 progetti di legge, partecipò all'istituzione della Commissione parlamentare sulla loggia massonica P2, pur anche per un breve ma significativo periodo
Della sua esperienza politica resta un testamento ideale, sempre premettendo che quella del Socialismo storico italiano rimane una questione aperta tutt'altro che risolta. Esempio di lotta politica, ha sempre lavorato per l'emancipazione di un Sud più povero, conscio che il ritardo con cui l'Italia affrontava la questione meridionale avrebbe pregiudicato il futuro delle nuove generazioni. Casalinuovo non era un uomo astratto, tutt'altro: viveva la politica certamente sorretto da principi ideali inossidabili, ma con i piedi ben piantati nella concretezza necessaria per realizzare pagine di progresso di tutta la società. Pensiero ed attitudine che ha contraddistinto per tanta parte il Movimento socialista in Calabria".
"Un uomo ricco di umanità, un uomo coraggioso, ricco di umanità socialista. Casalinuovo ha legato il suo nome a vicende nobili della politica italiana, ha servito giovanissimo la patria in armi, ha contribuito alla crescita della nostra regione, della nostra nazione, e nella sua maturità ha lasciato un segno. Per me oggi è un onore e privilegio, rendergli omaggio con sincero sentimento di gratitudine", ha concluso Craxi.
In conclusione, bagno di folla per il figlio Aldo, che tra abbracci, ricordi e saluti commossi ha ricordato Mario Casalinuovo come padre, oltre che come giurista e politico legato alla sua terra, ringraziando tutti per averne "fatto vivere la sua energia, il suo spirito tra noi oggi come allora".
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