“Abbiate fiducia in Gesù perché Lui vuole la nostra vita, ci vuole “vivi”. Gesù “non sopporta” i morti e la morte, perché Lui ha vinto la morte, è il Risorto. E se Lui vuole la nostra vita, noi siamo chiamati a fidarci di Lui”. Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi ai giovani della diocesi lametina, in occasione della liturgia penitenziale di Quaresima promossa dal servizio diocesano di pastorale giovanile.
Commentando i brani proposti, la resurrezione di Tabità negli “Atti degli Apostoli” e la resurrezione della figlia di Giairo operata da Gesù, il vescovo di Lamezia indica in questi due miracoli “l’immagine della confessione, quella un Dio che non ci vuole sdraiati, ma ci rimette in piedi. Egli dice anche a noi: alzati, non stare sdraiato, vivi. Dio non punisce, non castiga, ma ama. La logica di Dio è quella che leggiamo nel profeta Ezechiele. All’uomo sprofondato nel male, Dio dice: “io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva”.
Per monsignor Parisi, “anche da giovani si può morire quando ci si lascia spegnere, quando si decide che la nostra vita non vale la pena di essere vissuta e ci si lascia sopraffare dalla vita e dalle sue difficoltà. “Lasciarsi vivere” è una forma di morte. E si può morire da giovani anche quando ci si lascia travolgere da ciò che secondario. Per questo, l’invito che rivolgo a voi questa sera è quello di scegliere nella vita le cose che contano, le cose prioritarie, le cose essenziali”
“Di fronte all’avversità, al dramma, all’angoscia della morte – ha proseguito Parisi – Gesù dice a ciascuno di noi quello che ha detto a Giairo, quando anche gli altri lo scoraggiavano e lo invitavano a non disturbare il Maestro: “Non avere paura, continua ad avere fede”. É il messaggio che questa sera voglio consegnare anche a voi giovani: “non abbiate paura, continuate ad avere fede”. Ad avere fede in Gesù, che vuole la nostra vita”.
Nel corso della liturgia penitenziale, il vescovo e diversi sacerdoti della diocesi hanno ascoltato le confessioni dei giovani, accompagnati dalle preghiere e dai canti del servizio diocesano di pastorale giovanile.
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