Il "viaggio" nella sanità calabrese con Lino Puzzonia: "Con la Dulbecco arrivano le montagne da scalare"

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images Il "viaggio" nella sanità calabrese con Lino Puzzonia: "Con la Dulbecco arrivano le montagne da scalare"
Pasquale Puzzonia
  22 luglio 2023 23:16

Il “viaggio” di Lino Puzzonia, per “La Nuova Calabria” nel pianete sanità calabrese continua e con questa puntata “taglia” il traguardo dell’ottava tappa. Si entra nel vivo della corsa che vale a dire il momento attuale con l’unificazione fra l’AO “Pugliese-Ciaccio” e l’AOU “Mater Domini”

In gergo ciclistico diremmo: si affrontano le montagne. Le formazioni in gara si studiano, fanno alleanze, talvolta strane, i passisti cercano di mettere in difficoltà i velocisti con fughe in avanti. Dalle ammiraglie i direttori sportivi impartiscono ai corridori delle rispettive squadre le tattiche da adottare. Lungo le impervie strade di montagna la folla si diverte, applaude, fornisce bottigliette d’acqua ai corridori. Chi buca gomma si attarda e perde il treno per una vittoria o un piazzamento onorevole e premiante.

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E’ questo, parafrasato, il momento del “viaggio” di Lino Puzzonia. Entriamo dentro la puntata. (encos)

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di Lino Puzzonia

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“Esaminato, sia  pure per  sommi capi, il  quarantennale percorso della Facoltà di Medicina fino alla, almeno formale, unificazione  tra l’AOU Mater Domini con l’AO Pugliese Ciaccio e  con la nascita dell’AOU Dulbecco, mi pare opportuno entrare un po’ più nel merito di quest’ultima che dovrà essere l’apice della futura rete ospedaliera ( e forse anche territoriale) della  regione Calabria anticipando tali considerazioni rispetto a quando, alla fine della parte propositiva di questo “viaggio”, affronteremo,  in maniera più specifica, la questione degli ospedali.

Del versante universitario abbiamo già detto e osservato che delle degenze estremamente dignitose (tutte a due letti e qualcuna singola complete di servizi) possono essere create utilizzando il corpo C senza alcun particolare problema strutturale.  Andiamo ora alla parte ospedaliera.

L’Azienda Pugliese Ciaccio, come peraltro gli altri due Hub regionali e tutti gli spoke, ha subito, nell’ultimo quindicennio, un forte ridimensionamento della propria performance e della complessità della casistica trattata particolarmente nell’area chirurgica.

Ciò è avvenuto non certo per minori capacità degli operatori (Medici, infermieri, biologi, tecnici e quant’altro) ma perché gli ospedali calabresi sono stati letteralmente “aggrediti” da una patologia inappropriata proveniente dalla desertificazione del territorio e dall’inutilità dei resti di una rete, che prima ho definito faraonica, e la cui casistica, esaminata nel dettaglio, equivale per complessità, a quella di un medio ambulatorio.

Tale volume di domanda ha causato due fenomeni. Il primo è stato quello di impedire all’ospedale di “fare l’ospedale” con le inevitabili conseguenze migratorie. Il secondo, forse quello più grave, è stato quello di rendere professionalmente meno attrattive queste strutture sia per professionisti in ascesa sia per i giovani, che preferiscono posti dove si impara di più e magari si guadagna meglio.

Ciò constatato amaramente bisogna tuttavia dire che, nello stesso periodo, alcuni importanti obiettivi sono stati comunque raggiunti. Ne ho parlato recentemente in alcune considerazioni al di fuori di questo “viaggio” ma voglio qui precisarli più dettagliatamente

Vediamo quali siano i punti di forza dell’ex AO:

L’area del Pronto Soccorso e della Medicina d’urgenza con OBI  che, liberata dalla domanda inappropriata, è struttura di assoluto prim’ordine.

Il blocco operatorio e la Rianimazione rappresentano d’altra parte delle strutture di particolare valenza che sono in questa fase oggetto di particolare attenzione. Il primo da un gruppo di efficientamento, comune alle due ex aziende, tendente ad ottimizzare la resa dell’utilizzo di tutte le sale. Il secondo che rappresenterebbe una struttura ancora migliore se non fosse anch’esso aggredito da quasi tutta la regione per ragioni poco appropriate.

L’area cardiologica che ha messo in piedi, negli ultimi anni, efficienti struttura di emodinamica ed elettrofisiologia.

Il dipartimento oncoematologico, collocato unitariamente al presidio Ciaccio, che unisce le competenze di Ematologia, Oncologia, Radioterapia per adulti e per bambini. Un dipartimento che ha avuto anche una produzione di ricerca scientifica assai elevata e che ha come supporto un modernissimo Servizio trasfusionale (forse, per volumi di attività e tecnologia, tra i più importanti del Centro-Sud) con un centro di qualificazione biologica degli emocomponenti di competenza regionale.

Esiste un piano di immediato rafforzamento dell’area delle malattie infettive nella possibile ipotesi di epi-pandemie prossime venture che dovrebbe essere avviato nei prossimi mesi..

Tutto il settore dei servizi diagnostici è stato rafforzato con il rinnovamento delle strutture di Microbiologia e Virologia e con quella di Anatomia patologica mentre è già finanziato e progettato un nuovo laboratorio centralizzato di Chimica Clinica.

Forse migliore collocazione meriterebbero le strutture di imaging e di medicina nucleare.

Per queste ultime e per le degenze, per le quali esistono delle oggettive criticità, specialmente nel lato Sud, esistono le risorse finanziarie. 322 milioni sono stati sbloccati dalla formale unificazione. So bene che tra questo ed il loro pratico utilizzo esistono grandi pastoie burocratiche. Denari di uguale natura per la Piana, per Vibo e per Sibari stanno ancora languendo.

Quello che è importante in questo momento è che esista però uno schieramento di opinione che si opponga all’idea di utilizzare quei fondi per cementificazioni non utili e non necessarie.

Un piano organico di utilizzo di quei fondi deve puntare sulle strutture esistenti: L’ampliamento al Ciaccio per aumentarne l’offerta di oncologia medica integrata con quella dell’università e individuarne un’area chirurgica.

 Il radicale ridisegno delle degenze del Pugliese anche con abbattimenti e ricostruzioni.

Eventuali interventi sul plesso di Germaneto primo fra tutti quello per il Pronto Soccorso.

E’ anche necessario superare lo schematismo tipo l’Università a Germaneto e l’ospedale a viale Pio X. I Dipartimenti integrati dovranno essere distribuiti razionalmente sue due poli.

Purtroppo la politica sembra volersi continuare ad opporsi pervicacemente a un disegno del genere con la solita miopia e , malgrado quello che potrebbe essere il parere di chi supporta l’attuale struttura commissariale

Un progetto grande ha bisogno in Italia di una “vision” di lunga gittata capace di proiettarsi in un lungo arco di anni e i nostri politici , purtroppo, ce l’hanno soltanto di cinque anni e anzi ogni  giorno di meno fino alle prossime elezioni.

L’AOU Dulbecco (che strana denominazione per quella che, a mio modesto avviso, avrebbe dovuto chiamarsi AOU della Calabria, potrebbe diventare, con le strutture che ha a disposizione, con il personale opportunamente motivato, con la propria storia, non solo la punta di diamante di un rinnovato Servizio sanitario regionale ma anche una delle più importanti strutture sanitarie del mezzogiorno.

A questo scopo è necessario che l’opinione pubblica sia informata e si voglia informare , e che  sappia comprendere che è necessario  impedire che ancora una volta “il banco salti”.

Lino Puzzonia

 

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