
di GAETANO MARCO GIAIMO
"La legalità non è un concetto astratto, porta il volto, la voce, il cuore di una donna". Così si è espresso il Capo della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, Beniamino Fazio, questa mattina, presentando il Calendario Storico 2026 della Dia, dalla sede del Centro Operativo nel capoluogo. "Il volto femminile dell'Antimafia" è infatti dedicato a chi, con determinazione assoluta, ha spezzato le catene del passato, sfidato il peso della cultura mafiosa e tracciato nuovi orizzonti di giustizia. Il direttore si è voluto soffermare, nel corso della conferenza, non solo sul ruolo della donna - sia nella criminalità organizzata che nella lotta contro di essa - ma sul fenomeno della 'Ndrangheta in generale, "ancora troppo sottovalutato in Calabria: nel solo distretto di Catanzaro, tra schedati e affiliati, contiamo 50.000 attenzionati dalla Direzione"".

"Le donne della 'Ndrangheta sono quelle che educano i figli alle ferree logiche mafiose, tengono le redini del clan quando il marito è a lungo in carcere, danno disposizioni e raccolgono i proventi delle attività criminose: ci sono casi di madri che, sapendo che il figlio fosse sul punto di diventare collaboratore di giustizia, hanno appeso manifesti funebri per le vie del paese, facendolo desistere", ha raccontato il dottor Fazio. "Nel calendario, invece, diamo risalto a magistrati, giornaliste, educatrici, docenti, politiche, fotografe, per compiere un viaggio attraverso il coraggio delle donne". Ci sono infatti Denise Cosco, figlia di Lea Garofalo che porta avanti i suoi valori; Rita Atria, considerata dal direttore Fazio come la pagina più bella del calendario, collaboratrice di giustizia che si affidò al giudice Paolo Borsellino; Marilù Mastrogiovanni, giornalista sotto scorta dal 2007; Elena Ferraro, imprenditrice che denunciò un tentativo di estorsione; Felicia Impastato, madre di Peppino; Letizia Battaglia, fotografa di delitti di mafia; Francesca Rispoli, co-presidente nazionale di Libera; Emanuela Loi, agente di Polizia e nipote dell'omonima poliziotta della scorta di Borsellino; Mariateresa Fragomeni, prima donna sindaca di un centro della Locride (Siderno); Antonella Cavallari, prima donna a ricoprire l'incarico di promotrice dell'inclusione di genere nella cooperazione e nei processi decisionali in ambito di giustizia e security; Libera NextGen Palermo, in rappresentanza delle nuove generazioni.
"Si può vedere che in Calabria c'è un problema culturale fortemente radicato anche nel modo di pensare: i ragazzi sono abituati all'omertà, il furbo è chi frega lo Stato, abbiamo i boss di paese che gestiscono le controversie al posto degli enti preposti", ha rimarcato Fazio, "Vedo tante manifestazioni per la legalità nelle scuole ma dobbiamo fare qualcosa di più tutti insieme per tenere viva la memoria delle vittime e dare il via a una rivoluzione che sconfigga la mafia che c'è dentro di noi, come diceva Rita Atria: negli ultimi 30 anni si sono susseguite le inchieste giudiziarie più importanti di sempre, eppure il tessuto della 'Ndrangheta è ben radicato sul territorio. Oggi la criminalità organizzata collabora, non c'è più quella distinzione tra mafie locali e si esportano i modelli in tutto il mondo: c'è anche bisogno che la Stampa veicoli le informazioni nel modo corretto". Il calendario, che presenta tra le sue pagine la prefazione del Generale Michele Carbone, Direttore della Dia, e dell'On. Chiara Colosimo, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, è arricchito dalle tavole di Rosario Oliva e costituisce non solo un racconto iconografico ma un vero e proprio percorso di memoria civile, un tributo al coraggio che ha cambiato e continua a cambiare l'Italia.
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