Immigrazione, dibattito di Casa Degrelle Catanzaro

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  13 agosto 2023 16:25

Nella giornata di ieri 12 Agosto, Casa Degrelle Catanzaro ha organizzato un dibattito sull'immigrazione indiscriminata che sta colpendo la nostra regione e analizzando quali potrebbero essere le prospettive da seguire per la scuola italiana.
Quando le nascite diminuiscono, si smorza il battito della vita che dovrebbe alimentare il futuro.
Nelle pieghe del tempo, il calo delle nascite è un grido silenzioso della natura che implora di essere preservata e valorizzata.
La popolazione residente è in decrescita: da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 a 57,9 mln nel 2030, a 54,2 mln nel 2050 fino a 47,7 mln nel 2070. La popolazione sta invecchiando, e per tamponare questa emergenza si pensa ad una sostituzione etnica, centinaia di migliaia di migranti al posto dei giovani italiani che ormai sono visti come una "specie in estinzione". si sono raggiunti i 100mila immigrati arrivati sulle coste italiane da quando si è insediato il governo (27 ottobre 2022). Le TV del nuovo corso non mostrano più la situazione disumana degli hub sovraffollati e dei salvataggi in mare. Ma il problema è certamente peggiorato dal punto di vista numerico, mandando in tilt la già deficitaria rete dell'accoglienza mentre i rimpatri sono assai limitati per molteplici ragioni. Noi di Casa Degrelle Catanzaro proponiamo di voler dare l'occasione di salvare l'Italia, agli italiani stessi, ai nostri giovani e salvaguardare le famiglie, per questo chiediamo al ministro Valditara di guardare al futuro per quanto riguarda famiglia, lavoro e denatalità, iniziando a ridurre il periodo di studio uniformandolo ai paesi dove non esiste decrescita demografica e i giovani riescono ad avere prospettiva di lavoro e crearsi una famiglia, invece di preoccuparsi a stipulare accordi con i sindacati, sempre più poveri di iscritti, sulle carriere alias e i bagni neutri...
Andiamo a confrontarci con i sistemi scolastici di alcune nazioni che hanno sopperito perfettamente al calo demografico e che non hanno nemmeno un minimo segno d'emergenza per quanto riguarda la natalità, in quanto non vi è decrescita:
 
1. Finlandia:
La Finlandia è spesso citata come un modello di successo in termini di istruzione. Qui, il ciclo di studi è composto da nove anni di scuola obbligatoria, con insegnanti altamente qualificati e un approccio olistico all'apprendimento. Ciò permette agli studenti finlandesi di iniziare a specializzarsi precocemente, sia nell'istruzione superiore che in percorsi professionali.
 
2. Danimarca:
In Danimarca, il ciclo di studi obbligatorio è di nove o dieci anni, a seconda del percorso scelto. Successivamente, gli studenti possono scegliere tra istituti tecnici, professionali o licei per approfondire i loro studi in specifici settori d'interesse. Questa flessibilità consente uno sviluppo personalizzato e mirato delle competenze.
 
3. Paesi Bassi:
Anche nei Paesi Bassi, il ciclo di studio obbligatorio si estende per nove anni. Segue poi un ciclo di studi facoltativo di quattro anni, che può portare al diploma di scuola superiore o all'accesso all'istruzione superiore. Il sistema olandese offre anche un focus sull'apprendimento pratico e sulle abilità professionali, preparando gli studenti direttamente per il mercato del lavoro.
 
Un ciclo di studi più breve può offrire  vantaggi esorbitanti, tra cui una maggiore flessibilità nel

percorso educativo e un ingresso più tempestivo nel mondo del lavoro. I giovani avranno anche l'opportunità di avviare le proprie carriere o proseguire gli studi in modo più rapido; un'istruzione che ha un peso nettamente ridotto sul patrimonio della famiglia del ragazzo, rispetto a quanto grava attualmente, inoltre il ragazzo diventa indipendente precocemente rispetto alle nostre aspettative italiane. Oltre la durata ridotta dell'apprendimento, dovremmo confrontarci pure per quanto riguarda la qualità, ovvero passare da uno studio nozionistico a uno specialista, così da preparare i giovani a quello che è il mondo nel concreto, perché poco se me fanno dei bagni neutri, il loro tutto è il loro futuro. Perfino l'educazione civica insegnata a scuola, può essere un ottimo strumento di crescita a livello di persona e di maturità lavorativa, ma che sia conformata all'esigenze odierne del nostro paese, non serve l'ora buttata di letture nozionistiche e di agende al limite dell'assurdo. Noi chiediamo di essere ascoltati, perché vogliamo che la voce di milioni d'italiani venga ascoltata e che echeggi finché non si adotteranno le adeguate misure. La militanza non si fermerà mai! Così Claudio Maria Ciacci componente Direttivo CasaDegrelle e Niccolò Ruscelli Responsabile della Comunicazione

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