"Non ho mai conosciuto gli Anello-Fruci". Lo ha detto l'imprenditore ed ex assessore alla Regione Calabria Francescantonio Stillitani nel corso delle sei ore di interrogatorio davanti al gup di Catanzaro Francesco Vittorio Rinaldi nell'ambito della fase preliminare del procedimento "Imponimento". Stillitani è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa con la cosca Anello-Fruci, egemone a Filadelfia (Vibo Valentia) e nel territorio che da Acconia di Curinga arriva fino al Lametino. Stillitani ha risposto alle domande delle difese, gli avvocati Enzo Gennaro e Vincenzo Comi, dei pm Antonio De Bernardo e Chiara Bonfadini e del gup.
E' stato lo stesso indagato a chiedere di essere sentito. Stillitani ha negato di essere mai venuto in contatto, in maniera diretta o indiretta, con i componenti della cosca Anello-Fruci. Secondo l'accusa sarebbe stato "uomo politico di riferimento del sodalizio (avendo anche ricoperto le cariche di sindaco del Comune di Pizzo e di consigliere regionale, potendo contare sull'appoggio di elettorale fornito dal sodalizio)" e con il fratello Emanuele, dopo una prima fase in cui avevano subito richieste estorsive avrebbero instaurato con la cosca Anello-Fruci e i loro faccendieri un rapporto collusivo "in forza del quale gli Stillitani consentivano a tale organizzazione di infiltrarsi e di avere voce in capitolo negli affari relativi allo specifico settore della gestione di strutture turistiche, anche mediando con altri imprenditori in relazione alle pretese estorsive della cosca".
Stillitani ha contestato le accuse dando una versione imprenditoriale dei rapporti con i gestori dei resort di sua proprietà ai quali aveva dato le strutture in locazione e dai quali percepiva quattro milioni di euro l'anno. Inoltre ha contestato anche l'ipotesi di avere ricevuto appoggio elettorale dalla consorteria, specificando di non avere mai conosciuto i rappresentanti di lista che non nominava lui ma la sua segretaria particolare e lui non sapeva neppure chi fossero.
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