di FILIPPO COPPOLETTA
Attenzione, sensibilizzazione e consapevolezza. Elementi che abbracciano per intero l'incontro tenutosi nel pomeriggio di ieri presso la sede di Confindustria di Catanzaro che ha puntato i riflettori sull'imprenditoria femminile e su una parità di genere ancora fin troppo sbilanciata.
Fortemente voluto ed organizzato dalla sezione catanzarese dei Giovani imprenditori di Confindustria, guidata dal presidente Luca Noto, il partecipato appuntamento, moderato da Daniela Amatruda, ha visto al tavolo dei relatori tre imprenditrici che hanno saputo costruire una carriera costellata da successi e soddisfazioni, pronte ad offrire ai presenti, la propria testimonianza per generare fiducia e ottimismo.
Tre imprenditori provenienti da tre aree differenti del Paese: Antonia Abramo, calabrese, Amministratore Delegato di IFM, Martina Cecchi, emiliana, componente del Consiglio generale dei Giovani Imprenditori di Confindustria e Marzia Villari, siciliana, responsabile della Comunicazione per Azienda Agricola Villarè. Al tavolo è intervenuta anche Antonella Mancuso, presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.
"Da quando ci siamo insediati abbiamo avuto come obiettivo quello di generare valore per tutti gli stakeholders del movimento - ha spiegato il padrone di casa, Luca Noto, evidenziando come "l'organizzazione di questo convegno va in questa direzione: attraverso le testimonianze vogliamo dare un'immagine positiva a tutte le nuove giovani donne imprenditrici che vogliono affacciarsi e sviluppare una propria attività imprenditoriale ma vogliamo altresì focalizzarci sulle risorse economico-finanziarie disponibili e su tutte quelle certificazioni, come quella sulla parità di genere, di notevole importanza per le aziende. L'imprenditoria femminile - ha aggiunto Noto - è un asset di rilevanza strategica molto importante per lo sviluppo del territorio".
"Da madre di tre figli credo che tanto ancora ci sia da fare già all'interno delle famiglie" ha spiegato Antonia Abramo la quale, da dirigente di un'azienda prettamente maschile, ha affermato di non aver mai sentito il peso di essere donna. "Mi sono data sempre degli obiettivi e sono sempre stata focalizzata sul risultato" ha detto, spiegando come, per lei, elemento fondamentale resti la felicità e il benessere delle persone che lavorano attorno a lei.
Un campanello d'allarme è stato suonato, nel corso dell'incontro, dalla presidente Mancuso, guardando a quel 25% delle imprese calabresi condotte da donne, un trand certamente non positivo se comparato ai dati nazionali. "Bisogna considerare che una quota sostanziosa delle imprese femminili sono tali solo sulla carta perché capita che si utilizzi una donna da mettere a capo dell’azienda solo per avere accesso alle agevolazioni previste per favorire l’imprenditorialità femminile" ha rimarcato Mancuso.
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