di PAOLO CRISTOFARO
In seguito alla notizia relativa ad un appalto da 5 milioni di euro, per lavori alla pavimentazione dell'Autostrada del Mediterraneo A2, la cui aggiudicazione è stata annullata dal Tar del Lazio, perché la ditta calabrese era sotto sequestro giudiziario (LEGGI QUI), il vicepresidente nazionale del Codacons, Francesco Di Lieto, ha diramato un comunicato nel quale, alla luce dei fatti, ritorna su vicende di lavori già attenzionati da parte del Comitato.
"Era il 4 dicembre 2018 quando, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, si tenne una sfarzosa cerimonia per celebrare l’avvio dei lavori per la realizzazione di un cavalcavia nel comune di Sellia Marina. Una giornata di festa, per la posa della prima pietra e per la presenza dell’allora Governatore Oliverio, dei vertici di RFI, dell’impresa Morfù e, ovviamente, del Sindaco Mauro", scrive in una nota Di Lieto.
"Avevamo presentato - sostiene Francesco Di Lieto del Codacons - una denuncia anche nei confronti dell’impresa che si era aggiudicata l’appalto per l’ammodernamento della tratta ferroviaria ionica, per un valore di svariati milioni di euro, ovvero la Morfù Srl. Avevamo chiesto “precisi chiarimenti” a Rete Ferroviaria Italiana, alla Regione Calabria, all’ANAC ed alla Procura, per comprendere come si potesse far finta che nulla fosse mai accaduto. Non solo chiarimenti, ma anche delle precise garanzie", scrive Di Lieto. Perché “laddove fosse vero quanto sostiene l’Ufficio di Procura – prosegue Di Lieto – ci troveremmo dinnanzi a risultati devastanti. Sia per quanto attiene la legalità violata, con imprenditori onesti ridotti in miseria, sia per quanto attiene la sicurezza delle opere e dei cittadini. Eppure un anno addietro erano tutti a brindare", prosegue ancora.
"Addirittura il Sindaco di Sellia Marina lo definì “un giorno di festa”, dispensando ringraziamenti per un’opera che “è un sogno per i selliesi. Un sogno che finalmente si realizza”. Siamo nel 2020 e di quel sogno rimane soltanto la prima pietra. Ma allora perché tanta fretta per far partire qualcosa che, come abbiamo potuto constatare, non è mai neppure iniziato? Un mistero gaudioso.
"Rimane il dilemma di chi avrà il coraggio di svegliare il Sindaco e tutti coloro che hanno benedetto quella “prima pietra”. Infatti il TAR del Lazio a quella stessa impresa ha revocato un appalto di 5 milioni di euro per lavori da eseguire sull'Autostrada del Mediterraneo, perché si tratta di una azienda sotto sequestro giudiziario. A quelle stesse Autorità che hanno “benedetto” un’impresa “chiacchierata” - conclude Di Lieto - vorremmo ricordare come si possono ingannare tutti per qualche tempo, o alcuni per tutto il tempo, ma non è possibile prendere per i fondelli tutti per tutto il tempo".
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