di EDOARDO CORASANITI
Lesioni personali colpose e omissione di atti d'ufficio: queste rispettivamente le ipotesi di reato avanzate dalla Procura di Catanzaro per Francesco Quintieri (accusato anche di falso), ginecologo, e Mario Verre, primario del reparto di Anestesia dell'ospedale "Pugliese", nell'ambito dell'inchiesta su quanto accaduto a Catia Viscomi, l'oncologa soveratese entrata in coma, senza essere mai uscita, il 7 maggio del 2014 dopo un parto cesareo. Entrambi sono difesi dall'avvocato Vincenzo Ioppoli.
Oggi la sentenza del giudice Pietro Carè: Verre assolto per non aver commesso il fatto, Quintieri condannato ad 1 anno a 8 mesi.
La procura aveva richiesto la condanna per entrambi a 2 anni e 8 mesi. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 90 giorni.
I fatti risalgono alla notte del 6 maggio 2014 quando la donna, dopo aver dato alla luce il suo primogenito, entra in coma. Nessuno in sala operatoria si accorge che la paziente non riceve più ossigeno.
La prima inchiesta avviata dal pm Emanuela Costa era stata archiviata dopo il decesso dell'unica indagata, l'anestesista presente in sala parto. Il giudice delle indagini preliminari aveva però accolto la richiesta di prosecuzione delle indagini avanzata dalla parte civile. A distanza di alcuni mesi dalla riapertura del fascicolo e sulla base dei nuovi elementi acquisiti, il sostituto procuratore Debora Rizza ha chiuso le indagini nei confronti dei due medici catanzaresi per poi chiedere il rinvio a giudizio.
L'udienza preliminare è stata complessa: dopo la requisitoria del pubblico ministero e le discussioni degli avvocati, il giudice ha voluto approfondire e andare avanti nell'esame della vicenda anche attraverso gli interrogatori di testimoni.
Oggi la sentenza di primo grado che stabilisce l'assoluzione di Verre e la condanna di Quintieri.
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