di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
"Da qualche anno pensavo di fare questo mia biografia per i giovani e per i miei nipoti, più che per una ragione tecnica per una questione morale, per far capire cosa era il calcio a tempi nostri".
Sono le parole di Ivano Bordon, portierone di un calcio ormai passato e autore del libro, "In presa alta. Le parate di una vita di un portiere gentiluomo d’altri tempi". Curatore: Jacopo Dalla Palma; Editore: Caosfera; Collana: Olympia; Anno edizione: 2020, presentato di ieri pomeriggio, in video-conferenza.
"Bordon – afferma Jano La Ferla, procuratore sportivo che ha affiancato il promotore dell’iniziativa e titolare della libreria Ubik di Catanzaro, Nunzio Belcaro – è un campione che ha accomunato i tifosi. Un grande sportivo identificato con la maglia dell’Inter con cui ha collezionato circa 400 presenze, di cui quasi 300 in campionato. Successivamente ha indossato anche la maglia di Sampdoria e Brescia. Amato da tutti, aldilà dell’appartenenza, è tutt’ora nel cuore dei tifosi e degli appassionati. 2 volte campione del mondo: da secondo portiere nella spedizione Spagna ’82 con Zoff all’apice della sua carriera, e poi da allenatore dei portieri, nel 2006, in Germania".
L'ex bandiera dell'Inter attacca: "Sono arrivato al calcio che conta con molti sacrifici non solo fisici ma anche affettivi dovuti alla distanza dalla mia famiglia che mi ha permesso di giocare privandosi di me già all’età di 15 anni. Quando mi prese l’Inter ero titubante perché non ero mai andato via dalla mia città. Ricordo Italo Allodi che disse a mio padre: "il ragazzo c’interessa". Nel libro ci sono dialoghi con i miei genitori anche in dialetto. Devo dire che mi sono emozionato nel rileggerlo e mi ritengo fortunato di avere un amico come Jacopo Della Palma".
Intervenuto a sorpresa Tato Sabadini, ex giocatore del Milan, ha ricordato i tempi della Nazionale giovanile, i derby di Milano da avversari e quei rapporti "d’amicizia solidi anche tra giocatori rivali. "Ivano è stato sempre un ragazzo umile e con la testa sulle spalle – ha detto l’ex calciatore del Catanzaro - e io gli voglio bene".
Bordon ha risposto alle domande dei web spettatori, alcune delle quali riferite alla semifinale di Coppa Italia tra Catanzaro e Inter. L’ex portiere ha risposto sottolineando che "Catanzaro era uno dei campi più difficili, sia per lo stadio che per la squadra di allora, ma anche per il vento che favoriva le parabole di Palanca. In quella partita – ha ammesso Bordon - la dea bendata ha dato un grande aiuto alla mia porta quando Sabato colse il palo a pochi minuti dalla fine".
Bordon, nel finale, c’ha tenuto a ribadire che nel mese di settembre farà di tutto "per essere presente a Catanzaro per un presentazione dal vivo del libro".
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