di MARCO VALLONE
Storie di vita vera di minori ospitati nelle comunità educative che poi, alla maggiore età, vanno a ricercare la loro indipendenza, il loro posto nel mondo. Senza però essere abbandonati a se stessi, perché chi si è occupato di loro in contesti educativi, clinici e giudiziari intende essere sempre un concreto punto di riferimento per dei ragazzi che hanno avuto modo di trovare una vera e propria famiglia nelle realtà del terzo settore.
Su questo scenario si è fondato il convegno formativo “Innovazione e buone prassi nel Terzo Settore: prospettive e sfide” andato in scena, da questa mattina fino al pomeriggio, presso la sala verde della Cittadella regionale a Catanzaro. L'appuntamento è stato promosso dall'associazione “Bussola d'Oro Onlus” in collaborazione con numerosi enti del territorio, tra cui la Comunità Educativa Specialistica “La Rosa Rossa”, e con il patrocinio dell'Ordine degli Assistenti Sociali e dell'Ordine degli Avvocati di Catanzaro. L'evento si è rivolto principalmente a professionisti del sociale, operatori del Terzo Settore, educatori, psicologi, giuristi e amministratori locali, con l'obiettivo di compiere strutturate riflessioni su come si possa lavorare con i minori, ponendo attenzione all'importanza della rete tra servizi e alle sfide che le comunità educative devono affrontare quotidianamente.
“Attraverso il contributo che abbiamo avuto da degli splendidi relatori – ha evidenziato Andrea Amoroso, moderatore del convegno, responsabile e direttore dell'associazione “Bussola d'oro”, nonché responsabile inoltre della Comunità Educativa Specialistica “La Rosa Rossa” - cercheremo di far passare un concetto base, cioè quello di andare effettivamente dalla teoria alla pratica. Quindi abbiamo attivato di concerto questo evento per dare il nostro contributo e spiegare come sia molto, molto importante la relazione con l'utente finale. Noi ci riferiamo soprattutto alle ragazze ovviamente, visto che la nostra utenza al 90% è femminile. Cerchiamo quindi di fare passare proprio questo messaggio della presenza, della relazione, e dell'ascolto attivo e quotidiano”.
L'appuntamento ha visto anche la presenza istituzionale, con la partecipazione dell'assessore all'istruzione e alle politiche sociali del Comune di Catanzaro, Nunzio Belcaro, che si è detto contento di essere “ad uno degli appuntamenti cuore della formazione dei nostri assistenti sociali. E' bello che il nostro Comune sia coinvolto direttamente con i suoi professionisti fra i relatori e con i suoi professionisti accreditati per un momento formativo di tale importanza, proprio in un momento in cui, attraverso l'ufficio minori, e proprio per le politiche destinate alle fasce d'età più piccole, alla povertà educativa, alla dispersione scolastica, l'amministrazione comunale di Catanzaro è in dirittura d'arrivo con l'avviso pubblico di due importantissimi bandi. Mi riferisco a quello sulla dispersione scolastica – ha spiegato Nunzio Belcaro -, che vedrà nei prossimi 3 anni un investimento di 1 milione e 700mila euro dell'amministrazione comunale e il bando chiamato 'DesTEENazione', dove 'TEEN' sta appunto per adolescenti e dove il disagio adolescenziale sarà affrontato con risorse per 3 milioni di euro anche qui per i prossimi 3 anni”.
Tra i presenti ha figurato anche l'ex direttore generale del dipartimento Politiche sociali della Regione Calabria, Vincenzo Caserta, che ha definito l'iniziativa odierna come “importantissima. Rientra – ha evidenziato – anche in un quadro di proposte formative all'interno del territorio catanzarese innanzitutto, ma spero e credo anche regionale. Io sono stato invitato per una testimonianza, da ex dipendente regionale che ha contribuito alla nascita di queste esperienze a livello regionale. Perché, in sostanza, sono state inizialmente convenute con il ministero di grazia e giustizia con l'obiettivo di dare una risposta ai bisogni di ragazzi in difficoltà, in estrema difficoltà. Ragazzi che, oltre ai problemi di carattere strettamente economico, familiare, educativo e scolastico, avessero anche altre tipologie di disagio a cui tutte le strutture presenti sul territorio regionale non davano, all'epoca, alcuna risposta. Quindi abbiamo fatto sì che questa fosse una risposta, cogliendo due obiettivi: una risposta al bisogno e un risparmio, anche di natura economica, sui costi che la Regione sosteneva. Abbiamo promosso, attivato e realizzato queste strutture, tra cui questa della 'Bussola d'oro' che continua ad essere una struttura assolutamente consolidata che dà risposte a questa tipologia di bisogni e deve essere assolutamente sostenuta anche per far sì che la risposta sia dedicata ad un bisogno particolare, un bisogno di attenzione verso questi soggetti che hanno difficoltà assolutamente più delicate, essendo soggetti non integrati totalmente. Quindi, insieme alla comunità educante, insieme agli altri soggetti istituzionali, non istituzionali e soprattutto al terzo settore, bisogna far sì che questi ragazzi possano avere il protagonismo che gli spetta”.
Lilli Pietramala, consigliera dell'ordine degli assistenti sociali della Calabria, ha da parte sua voluto sottolineare come la giornata di oggi sia stata “estremamente interessante e formativa. Si è parlato di buona prassi e innovazione, in un momento in cui effettivamente la nostra società sta affrontando dei cambiamenti. Cambiamenti sociali, strutturali, cambiamenti climatici, cambiamenti demografici e anche cambiamenti dovuti alle nuove marginalità e alle nuove povertà. Per cui parlare di, e soprattutto applicare, buone prassi, e anche condividerle con tanti, è una grande opportunità per tutti gli assistenti sociali e i grandi professionisti che sono stati presenti in questa giornata. Ringrazio gli organizzatori per averci coinvolto in questa giornata”.
Interessante, poi, il contributo di Giuseppina Russo, direttore facente funzioni dell'unità operativa di neuropsichiatria infantile dell'Asp di Catanzaro: “Il mio intervento si basa sulle ultime buone prassi che andrebbero messe in campo – ha spiegato – per una migliore possibile capacità di presa in carico della fragilità in generale ma, per quanto mi riguarda, per i minori soprattutto. Fanno parte di questo vivere quotidiano e noi sappiamo quanto è importante, per una condizione complessa come quella dei minori in difficoltà, avere anche un sistema di welfare, di servizi, che risponda altrettanto in maniera non complicata ma complessa, nel senso che c'è bisogno di avere sicuramente la capacità di ottimizzare attraverso soprattutto le sinergie tra istituzioni, operatori, servizi e tutti coloro i quali sono chiamati a garantire il massimo del benessere possibile sia in termini di salute, intesa nell'accezione più grande, che di benessere quotidiano. E il benessere quotidiano del paziente passa attraverso un benessere sia degli operatori, che devono essere soddisfatti del lavoro che fanno. In questo ci deve aiutare un'organizzazione di sistema di più ampio respiro perché noi lavoriamo bene quando siamo sicuri di stare facendo bene per i nostri bambini, e non dipende solo da noi ma dipende un po' da tutta l'organizzazione”.
La dottoressa Russo si è successivamente focalizzata su un aumento dei problemi psicologici dei bambini: “Non voglio fare allarmismo, ma al momento la situazione è drammatica – ha rilevato -. Ecco perché accogliamo con favore queste riflessioni sull'organizzazione dei servizi, chiamando all'appello ovviamente i decisori politici. La situazione è allarmante sia nei numeri, nel senso della quantità di bisogni che accedono ai nostri servizi. Soprattutto, lo sanno tutti ormai, nel periodo post pandemico veramente per alcune patologie si è vista una crescita proprio esponenziale. E quindi direi che la specificità dei disturbi, delle patologie, delle difficoltà è ad ampio spettro. Nel senso che noi abbiamo un aumento sia delle problematiche proprio neurobiologiche che attengono al singolo individuo nella sua specificità, ma dall'altra parte dobbiamo renderci conto che anche intorno soprattutto ai bambini bisogna approcciarsi il prima possibile in maniera precoce. Per noi è molto importante la fascia prescolare, dove c'è ancora la possibilità di una prevenzione del danno secondario. Per noi sensibilizzare sulle patologie del neurosviluppo è prioritario e importante”.
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