In viaggio con Lidia Elia nei boschi incantati della Sila Catanzarese (FOTO)

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images In viaggio con Lidia Elia nei boschi incantati della Sila Catanzarese (FOTO)

  24 maggio 2022 13:53

di LIDIA ELIA

Per chi anela al contatto con la natura quale  antidoto allo stress della citta ed ai suoi ritmi frenetici, niente di meglio che una passeggiata nei boschi della nostra Sila, quella catanzarese.

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Una lingua  verde a circa 1200 mt di altitudine  che, nell’immaginario dei più, inizia  da Monaco, sale  verso Villaggio Mancuso, attraversa Villaggio Racise  e si conclude  in località Pantane, al Semaforo per intenderci.

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Di questa lingua  verde, Villaggio Mancuso è il posto  più frequentato sia perché obiettivamente ha un aspetto molto caratteristico, sia per via della sua storia che da sempre affascina i visitatori.

Villaggio Mancuso è anche detto “la perla della Sila Piccola”, un luogo da fiaba e sicuro riferimento del turismo montano calabrese. L’albergo delle Fate, la Rotonda, la chiesetta,  le abitazioni in legno richiamano l’architettura   turistica del Nord Europa del primo novecento. Sono queste  le strutture che più attraggono  la curiosità dei passanti e incantano per la loro bellezza. Nei più anziani del luogo, sono ancora vive le capacità imprenditoriali di Eugenio Mancuso che, tra il 1925 ed il 1931, ideò e costruì  il villaggio con insolita audacia e lungimiranza;  se ne  avverte ancora  il genio nelle  graziosissime casette, a volte colorate e  immerse nel bosco,  tutte costruite in legno e dal gusto chalet-cottage alpino.

In questi magici luoghi  tutto si svolge  a  ritmi lenti, è qui che  anche la persona più  stressate   si trasformano  in esseri docili e   gentili perché in montagna la vita è semplice, i modi  ospitali, le atmosfere rilassanti; è qui che  si  ritrova la  giusta dimensione, quella  umana,  è tra i boschi che  ci si  dimentica del traffico  e delle  file dietro gli  sportelli di qualsivoglia ufficio .

L’incontro tra le persone che s’incrociano nei sentieri votati alle escursioni è caratterizzato da saluti cordiali e sorrisi, lì si diventa tutti amici. Il bosco diventa casa, il bosco è casa, è lì che ritroviamo, sebbene inconsapevolmente, la nostra giusta dimensione di esseri viventi, di umana specie e abbandoniamo l’homo homini lupus di plautiana memoria  che è in ciascuno di noi.

Qui in Sila il lupo però c’è davvero,   e se parlassimo per un bel pò di questo importante predatore  e dell’uomo non sapremmo distinguere, alla fine  del discorso, se si è parlato  dell’uno o dell’altro, tanto sono simili tra loro.

Gli eventi culturali non mancano. Presentazione di libri, esposizioni artistiche, gruppi musicali si alternano nelle varie zone  soprattutto nel periodo estivo,  quando  la popolazione del villaggio aumenta considerevolmente. Con l’evento “Riserva Amica 2022”, ad esempio, è possibile fruire  di un   programma  interessantissimo  e di alto profilo culturale   molto attraente,  organizzato  dal  Reparto Carabinieri  Forestali per la tutela della Biodiversità, che  si è svolto  presso il Centro Visite di Monaco  a Villaggio Mancuso,  domenica 22 maggio. Cedendo alla forza dell’attrazione ci si accomoda su comode poltroncine rosse e si accendono  l’attenzione e l’ascolto.

Il Colonnello  Nicola Cucci, Comandante del Reparto,   introduce  i lavori  ricordando ai presenti in sala l’importanza della ricorrenza che coincide con la giornata internazionale  della Biodiversità e con l’approvazione dell’accordo sulla diversità biologica durante la conferenza di   Rio De Janeiro del 1992 oltre che  con l’anniversario dei 50 anni dal primo convegno sulla tutela dell’ambiente a Stoccolma . Riferisce  sugli interventi dei Carabinieri della Biodiversità   ai fini della prevenzione a tutela della salvaguardia dell’ambiente ed  individua  nelle scuole, il luogo principe per la diffusione del rispetto della legalità . Attualmente  il progetto nazionale “un albero per il futuro” è di durata triennale ma  il responsabile di questo prezioso Centro Visite di Monaco presume,  alla luce della forte adesione delle scuole al progetto, che alla scadenza sarà rinnovato.

“Stiamo distribuendo nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado delle piccole piantine da far crescere,  abituando così i giovani anche alla cultura dell’ attesa che è pure un elemento educativo importante.  Il nostro obiettivo - spiega il coonnello Cucci - è creare un bosco diffuso;  attraverso un QR Code, che consegniamo ai ragazzi, le piantine  vengono poi  geolocalizzate  e collegandosi al sito “unalberoperilfuturo.it” , essi possono constatare il contributo che le  piante  danno  alla riduzione dello Co2.  E’ vero che i carabinieri forestali - prosegue il Comandante Reparto Carabinieri Biodiversità di Catanzaro -  hanno  compiti repressivi per i reati contro l’ambiente ma  essi svolgono anche e soprattutto un’importante funzione di prevenzione diffondendo  la  cultura del rispetto  degli artt 9 e 41 della Costituzione Italiana dove appunto l’educazione ambientale  viene considerata  tra i baluardi dei compiti dello Stato”.

Il programma è iniziato nella mattinata  con la conferenza dell’esperto etnobotanico, Carmine Lupia, su “Le piante nella tradizione silana”;   da un trentennio lo studioso si occupa di biodiversità e sviluppo sostenibile  e vanta  numerose pubblicazioni sulle piante. Lupia,  per la sua attività di ricercatore, è conosciuto a livello internazionale. Lo studioso propone in sala  un laboratorio di immagini avvalendosi di  aneddoti e curiosità popolari sui vegetali  più o meno diffusi nel nostro territorio. A proposito dell’origano calabrese, ad esempio,   pare che un tempo  in caso di emergenza, l’estrema unzione potesse  essere data  anche da chi ne aveva  un rametto  in mano,  diventando sacerdote solo  per il tempo  della mesta funzione.

Apprendiamo che molte sono le piante eduli  presenti nei  prati montani e nei boschi silani; l’asfodelo montano, una pianta perenne  dai fiori vistosi che ha proprietà schiarenti, astringenti e lenitive;  la cicoria che in Calabria raggiunge il rispettabile numero di 52 varietà, il sambuco molto utilizzato in cucina e con cui si fa, o si faceva,   il pane maiatico;  il frassino da manna che sembra abbia a che fare con la famosa manna che cadeva dal cielo  quando Dio,  secondo la Bibbia , la somministrò agli israeliti  per sostenerli durante le loro peregrinazioni nel deserto. Il lauro o alloro che spesso usiamo come digestivo naturale, se viene  messo nel cuscino concilia il sonno, esso  circonda spesso  la fronte dei neolaureati perché considerato  propiziatorio.

E poi  il finocchietto, l’asparago,  per arrivare dai giganti della Sila,  al pino laricio, ai  faggi e faggeti e tanto altre specie ancora,  in un dialogo ininterrotto di due ore che ha lasciato nell’uditorio  la voglia di ritornare una prossima volta per la ricchezza delle informazioni ricevute e per il modo per niente  noioso di raccontarle. Una conferenza ricca, interessante e approfondita tenuta  da un esperto Botanico  che può essere considerato, nel suo campo,  un’ eccellenza calabrese.

Non è stato da meno in termini di professionalità e capacità comunicative, la conferenza del pomeriggio su  “La fauna selvatica-conosciamola meglio” tenuta dalla guida naturalistica Alfredo Rippa,  la cui cultura  si accompagna ad una tangibile passione per la materia. E’ stato verificato in molte occasioni che   qualsiasi tipo di domanda gli  pongano  i curiosi visitatori del Centro, ottengono  sempre un’ esaustiva risposta.

Prima di iniziare la conferenza,  Rippa   precisa  che ogni tipo di animale che  viene utilizzato per l’esperienza senso-percettiva offerta  alle  numerose scolaresche nel corso dei laboratori, è un esemplare in qualche modo   ferito,  che se fosse restituito alla natura in quelle condizioni, morirebbe.

 Ascoltare Alfredo Rippa, detto Duccio, è come attraversare un fiume in piena tante sono le conoscenze di questa preziosa guida faunistica del Centro Visite.  "Lo scopo della tutela della   biodiversità - afferma -  è quello di far conoscere le specie selvatiche per non averne paura, perché l’uomo tende ad uccidere ciò che lo spaventa;  una vipera, unico rettile velenoso che vive da noi, viene allontanata battendo fortemente sul  terreno perché ne senta le vibrazioni .  Lo stesso vale per il lupo che non si avvicina all’uomo perché sa che potrebbe ucciderlo, l’ha appreso circa duecento anni fa quando fu inventato il fucile.  il lupo è un predatore e come tale è sempre alla ricerca di cibo” .

Che  potremmo  incontrare il lupo  anche in città,  è stata una notizia   davvero inaspettata;  ma a pensarci bene se il cinghiale, sua preda preferita, passeggia  oramai indisturbato anche sulle battigie delle nostre coste, non è difficile concludere  che potremmo trovarci con  un lupo in spiaggia.

 A questo punto della conferenza  il dibattito tra i presenti si fa acceso ma la conclusione   è sempre la stessa: è necessario creare un tavolo di esperti che stili un piano programmatico per un’azione sinergica e mirata  tra enti ed istituzioni al fine di  affrontare, una volta per tutte, un’emergenza che sta diventando abitudine . E  mentre il lupo alla ricerca di prede  flessibilmente si adatta ed esce dai boschi per recarsi a mare , l’uomo “flessibilmente”  sembra si sia adattato  a subire presenze pericolose per sé, per le specie e per l’ambiente.

Rippa conclude  illustrando  il metodo delle foto-trappole che i carabinieri forestali  utilizzano per conoscere le abitudini e i luoghi frequentati dagli animali selvatici . Poi   s’ immerge e ci fa immergere in un immaginario  bosco per farci conoscere ulteriori animali selvatici presenti nella fauna silana: le martore, le faine, il picchio nero, la donnola, il tasso, la lontra .Per ciascuna di queste specie illustra le caratteristiche morfologiche perché possa attuarsi  un veloce riconoscimento ed elenca  le loro  abitudini di vita colorando il tutto con aneddoti che stuzzicano la curiosità di chi ascolta.

Il convegno si conclude con i ringraziamenti ed il saluto del Comandante Cucci  e  con un’ultima doverosa  precisazione di Rippa che rispondendo  alla domanda  di un ospite sulla  differenza tra geco e salamandra , afferma che si tratta di un errore molto grave e purtroppo diffuso perché confonderli vuol dire addirittura saltare una classe zoologica, infatti  Il geco è un rettile mentre la salamandra è un anfibio.

Stavolta una bacchettata l’avrei presa anch’io.

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