Inaugurazione anno giudiziario a Catanzaro, l’intervento dell’avvocato Mariateresa Musacchio

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Inaugurazione anno giudiziario a Catanzaro, l’intervento dell’avvocato Mariateresa Musacchio

  26 gennaio 2025 07:00

L’intervento durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, in rappresentanza dell’avvocatura civilista, del Presidente della Camera Civile di Catanzaro Capoluogo, Avv. Mariateresa Musacchio:

Saluto tutte le Autorità presenti, la sig.ra Presidente della Corte d’Appello, il signor rappresentante del CSM, il sig Procuratore Generale, il rappresentante del Ministro, i Colleghi Avvocati, i Magistrati del Distretto e ringrazio il Presidente Epifanio per il gradito invito.

Banner

E’ con grande piacere che  formulo il mio intervento in rappresentanza della Camera Civile di Catanzaro Capoluogo perché credo che è proprio in questi momenti che si celebra il sistema giustizia mettendo nero su bianco le problematiche, gli obbiettivi raggiunti e le idee per sollecitare la risoluzione delle numerose criticità esistenti che, se recepite dalle Autorità, diventano mattoni solidi da inserire nel progetto dell’Unione Europea rivolto a deflazionare il contenzioso, ridurre l’arretrato e garantire una migliore giustizia. Perché migliore?

Banner

Perché un provvedimento giudiziario emesso tardivamente seppur equo non rispetta i canoni di corretta giustizia. Pensiamo alle lungaggini dei processi di divisione ereditaria,  ho assistito a processi pendenti dal 1995 definiti in primo grado nei Tribunali del distretto e ancora oggi in corso in Corte d’Appello ed allora vi chiedo: dividere un patrimonio vetusto, depauperato, deprezzato, aver affrontato spese di avvocati, di consulenti e poi ovviamente subire la tassazione al momento della trascrizione della sentenza definitiva, che giustizia è per noi cittadini?

Banner

Si, perchè siamo operatori di giustizia ma anche i cittadini di uno Stato di diritto che talvolta perde di vista quella che noi giuristi definiamo le garanzie sottese ad uno Stato di diritto. Ed allora noi tutti abbiamo il dovere di assumerci con grande responsabilità l’onore e l’onere di adoperarci per una giustizia migliore che abbia una visione europea.

Credo che solo guardando oltr’Alpe possiamo cominciare a cambiare la nostra mentalità giuridica. Applichiamo le norme sovranazionali e noi associazioni favoriamo, attraverso la formazione, la conoscenza della giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani perché con i nostri atti, noi dobbiamo cercare, attraverso le nostre tesi difensive, di  fornire ulteriori strumenti al giudice per evitare che lo Stato italiano venga condannato dalla  Corte di Strasburgo.

Mi riferisco a temi come la Violenza domestica, strettamente correlati alla disciplina civilistica della famiglia  e  affido dei minori. Nonostante nei nostri atti difensivi,  ormai sintetici e digitalizzati, ci battiamo  per onorare i diritti della donna vittima di violenza, sono oggi a chiedervi contro la vittimizzazione secondaria quali tutele dopo l’ennesima condanna della CEDU all’Italia?

Non voglio oggi contestualizzare i termini sul territorio della vittimizzazione secondaria ma voglio attenzionarvisul punto perché insieme possiamo contribuire ad evitare che la donna che denuncia diventi vittima anche delle istituzioni.

Sento doveroso esprimere, in questa sede, le grandi difficoltà che gli avvocati civilisti stanno vivendo, non a caso assistiamo a livello nazionale ad un decremento del numero di avvocati iscritti all’albo o alle numerose richieste di cancellazione che nel nostro distretto si stanno verificando, soprattutto a mano di avvocati civilisti. I dati mostrano grande preoccupazione e qualcuno si è chiesto il perché a cinquant’anni i colleghi cambiano mestiere?

In primis perché sono preoccupanti le remunerazioni degli avvocati civilisti, mi riferisco a quelle contenute nei provvedimenti di liquidazione giudiziale che talvolta dequalificano l’attività svolta dal difensore nel lungo e faticoso processo civile ed allora  se è vero che occorre garantire il gratuito patrocinio ai non abbienti è anche vero che è inaccettabile che le prestazioni professionali degli avvocati civilisti dei clienti ammessi al GP vengano retribuite dopo molto tempo dal Ministero, talvolta neanche retribuite o non  nella giusta misura dall’Autorità in ragione di provvedimenti di inammissibilità emessi però solo dopo dieci  anni di processo civile o in ragione della modifica della capacità reddituale dell’assistito alla data della sentenza e non già alla data dell’articolazione del processo o nel caso persino di morte dell’assistito e quindi di interruzione del processo.  E perchè mai il nostro lavoro deve essere subordinato a queste condizioni, la remunerazione degli avvocati civilisti che prestano il servizio ai non abbienti non può e non deve essere condizionata da fattori esterni perché va detto, il nullatenente ammesso fino al giorno prima al GP, non ha le disponibilità per pagare la consistente parcella dell’avvocato.

Per questo i due pilastri del sistema giustizia, magistratura e avvocatura, devono in primis capirsi per coordinarsi e adoperarsi insieme. Ecco che all’indipendenza della magistratura è necessaria non solo un’avvocatura più unita e salda ma anche più autorevole che si faccia sentire in nome della categoria e che non sia spettatrice delle Riforme ma protagonista di esse.

L’introduzione espressa in Costituzione della figura dell’avvocato battaglia del CNF, accolta dal ministro Nordio, da attuarsi mediante una modifica dell’art 111 o dell’art 24 in cui inserire la libertà e l’autonomia della professione e la necessità della difesa tecnica da rendere paritetiche all’autonomia e libertà del giudice, rappresenta un grande passo verso la salvaguardia dell’indipendenza e autonomia dell’avvocatura e consolida la complessiva autonomia della giurisdizione da ogni altro potere.  

Se è vero che l’accesso alle risorse del PNRR passa per la riforma del processo civile, l’obiettivo concordato con l’Unione europea è l’efficienza della giustizia che si realizza anche attraverso un miglior utilizzo degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.

Ecco che quel cambio di mentalità di cui parlavo sta proprio nel considerare la giustizia complementare come effettivo strumento per snellire il contenzioso. Ed il legislatore questa volta gli strumenti davvero ce li ha dati, li ha dati all’avvocato civilista che, a prescindere dalla condizione di procedibilità, può esperire il procedimento di mediazione e li ha dati a voi giudici che avete l’onere, attraverso l’ufficio del processo, di valutare il grado di mediabilità di una lite e demandare in mediazione in ogni fase e stato del procedimento civile.

Ed allora vi chiedo perché a Firenze ed in altri distretti ciò avviene e nel nostro siamo ancora in una fase prodromica nonostante la vigente normativa che tutti conosciamo? E ciò lo dico con cognizione avendo una mappa del contenzioso del distretto di Catanzaro in quanto Referente della Camera di Mediazione Nazionale da circa 10 anni.

Mi rivolgo ai miei colleghi: umanizziamo la professione perché mai come in questo momento ne abbiamo bisogno, altrimenti davvero succederà quello che tutti gli illustri giuristi temono, ossia l’intelligenza artificiale prenderà il sopravvento su di noi. La Camera Civile di Catanzaro lavorerà con dedizione affinché la voce dell’Avvocatura civilista sia ascoltata e affinché la giustizia sia davvero tutela effettiva dei diritti.

Con questo auspicio, auguro a tutti un proficuo anno giudiziario.
Grazie”.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner