Di seguito l'intervento del sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
La Città di Catanzaro rivolge, mio tramite, un sincero saluto alla Magistratura del Distretto della Corte d’Appello, ai suoi vertici e alle Autorità presenti, gli avvocati e a tutti gli operatori della giustizia.
Non nascondo la mia emozione per il ritorno di questa solenne cerimonia nella sua sede naturale, in questo Palazzo che rappresenta il Tempio della Giustizia in Calabria e di ciò sono grato al Presidente della Corte d’appello.
I due anni di pandemia hanno privato la Città Capoluogo di questo momento così significativo che celebra la straordinaria vocazione giuridica di Catanzaro e la sua secolare storia. Basterebbe il ricordo degli storici processi giunti a Catanzaro per legittima suspicione – mi riferisco alla strage di piazza Fontana e al primo vero grande maxi processo contro le cosche siciliane – per affermare la considerazione che l’Amministrazione della Giustizia del nostro Distretto si è guadagnata nel tempo e sul campo.
Personalmente ho vissuto da semplice cittadino con sofferenza la mancata celebrazione di questa cerimonia a Catanzaro, pur comprendendo i legittimi motivi di sicurezza sanitaria che la hanno determinata.
L’Amministrazione della Giustizia è uno dei cuori pulsanti della nostra Città, sia sotto il profilo dell’immagine, sia sotto quello – più materiale – dei flussi di persone che genera quotidianamente.
Ecco il motivo per cui la nostra Amministrazione – per la verità in continuità con quella precedente – punta molto sul potenziamento del Distretto Giudiziario – o Cittadella Giudiziaria – che si sviluppa all’interno del centro storico.
Devo, a tale proposito, esprimere la mia amarezza per l’affrettata soppressione della Procura Europea che avrebbe dovuto essere insediata nello storico Palazzo Alemanni. Ho scritto al Ministro Nordio, chiedendo un incontro, perché riteniamo che la decisione di cancellare la sede di Catanzaro per mancanza di magistrati possa essere rivista.
Come Amministrazione ci stiamo muovendo per assicurare alla macchina della Giustizia e alla sua vasta utenza i servizi necessari, a cominciare da quello dell’accessibilità e della sosta. Il potenziamento del parcheggio del Musofalo era uno dei nostri obiettivi e lo abbiamo già raggiunto. Ma ora puntiamo a raddoppiare gli stalli con soluzioni tecnologiche avanzate, sperando che la Regione ci accompagni, assicurando i finanziamenti già inseriti in un precedente e mai realizzato Accordo di Programma.
Anche la metropolitana di superfice – che contiamo di inaugurare nella primavera del 2024 – sarà funzionale alla modernizzazione del sistema, con le sue fermate a poca distanza dalle principali sedi giudiziarie.
Consentitemi due velocissime riflessioni. La prima riguarda il contrasto alla criminalità e alle organizzazioni mafiose. Io credo che siamo sulla strada giusta perché i colpi inflitti dalla nostra Magistratura ai clan e alle cosche sono stati importanti e considerevoli. La battaglia probabilmente sarà ancora lunga, ma le inchieste e i successivi processi stanno dimostrando che lo Stato è più forte di ogni organizzazione criminale. I cittadini ripongono sempre maggiore fiducia nella magistratura e sono disponibili a sostenerne il lavoro.
E’ necessario però che il Governo faccia la sua parte perché è evidente che servono, a Catanzaro come in tutte le altre sedi del Meridione, più magistrati, più risorse, più tecnologie, più mezzi.
Se non si interviene su questo fronte, ogni riforma della Giustizia – più o meno coerente – non potrà mai essere efficace.
Vorrei anche segnalare i ricordare il dibattito in corso sul reato di abuso d’ufficio che rischia di condizionare l’attività di molte Amministrazioni.
Non si tratta di sostenere una difesa d’ufficio della categoria dei Sindaci, né tantomeno di avallare richieste che sembrano puntate ad una sorta di immunità. Al contrario penso che se un Sindaco sbaglia e commette reati, deve pagare come e più degli altri, visto che rappresenta una Comunità, ma pur tuttavia ritengo che il timore di incorrere, anche inconsapevolmente, nel reato di abuso d’ufficio porta anche i Sindaci più trasparenti ad esitare prima di firmare un atto.
L’Anci ha fornito un dato: nel 93% dei casi, i sindaci indagati per abuso d’ufficio non vengono nemmeno rinviati a giudizio.
Credo che la richiesta dell’Anci di ottenere più certezza e più chiarezza nella norma non sia campata in aria.
Chiudo con l’augurio che la Magistratura del Distretto della Corte d’Appello di Catanzaro possa svolgere durante il nuovo anno giudiziario un ottimo lavoro, rafforzando i risultati già ottenuti in quello che si è appena chiuso.
Sono sicuro che i nostri magistrati continueranno, nel solco di un’antica tradizione, ad applicare con assoluto rigore la Legge, rispettando e tutelando nello stesso tempo la dignità delle persone.
Buon lavoro.
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