Il deputato Francesco Sapia (L’Alternativa c’è) ha interrogato il presidente del Consiglio e il ministro della Salute circa la legittimità di incarichi dirigenziali affidati in Calabria alla funzionaria Agenas Natalia Di Vivo, da ultimo assegnata alla struttura commissariale per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale.
31 maggio 2021 13:23Il deputato Francesco Sapia (L’Alternativa c’è) ha interrogato il presidente del Consiglio e il ministro della Salute, a seguito dei dubbi espressi dal responsabile Anticorruzione dell’Asp di Cosenza ai propri superiori, circa la legittimità di incarichi dirigenziali affidati in Calabria alla funzionaria Agenas Natalia Di Vivo, da ultimo assegnata alla struttura commissariale per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale.
In particolare, si legge in un comunicato di Sapia, «nella sua interrogazione, il deputato, che alla Camera siede in commissione Sanità, ha chiesto al presidente Draghi e al ministro Speranza se non ritengano, per il tramite del commissario Longo, di verificare se gli incarichi conferiti dall’Asp di Cosenza e presso la Regione Calabria alla professionista in questione non costituiscano atti contrari al Piano di rientro e pertanto non debbano essere annullati dallo stesso commissario governativo».
«L’iniziativa parlamentare – precisa Sapia – nasce da una nota dello scorso 2 aprile a firma di Francesco Laviola quale responsabile della Prevenzione della corruzione e della Trasparenza dell’Asp di Cosenza, nella quale sono espresse perplessità, già rappresentate anche all’Anac, in merito al conferimento dell’incarico di dirigente amministrativo della stessa Asp alla dottoressa Di Vivo, nonché alla sua assegnazione a servizio della struttura commissariale, senza, per quanto rappresentato nella nota del dottor Laviola, che risulti revocato l’incarico della medesima nella Azienda sanitaria provinciale di Cosenza».
«Su questi aspetti – evidenzia Sapia – occorre fare chiarezza, anche alla luce dei possibili profili di danno erariale adombrati nella nota del Laviola».
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