
Incendi in Calabria, Legambiente: Una ferita aperta per le nostre montagne e l’urgenza di una strategia regionale
"L’ennesimo incendio verificatosi in Calabria ha colpito l’area montana di Orsomarso, nel Parco nazionale del Pollino, distruggendo un importante patrimonio boschivo. I numeri mostrano la gravità della situazione nella nostra regione: in base ai dati elaborati da Legambiente sulla base della rete EFFIS Sentinel 2 della UE, la Calabria è seconda solo alla Sicilia nella classifica nazionale dei territori più colpiti, con 16.521 ettari di aree incenerite e 559 roghi registrati nel 2025 fino al 15 ottobre. Numeri in crescita rispetto al 2004 quando, nello stesso periodo (1° gennaio–15 ottobre), gli incendi erano stati 443 per 10.135 ettari di territorio andati in fumo". Lo scrivono Anna Parretta, Presidente Legambiente Calabria e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente.
"La provincia di Cosenza, con 6.720 ettari bruciati, è la più colpita in Calabria e la quarta a livello nazionale. I comuni calabresi con la maggiore estensione di aree incendiate sono: Roccella Jonica (1.672 ettari), Cutro (1.574 ettari), Crotone (962 ettari) e Santa Domenica Talao (686 ettari). Gli incendi sono un fenomeno dalle molteplici cause, tra cui gli interessi criminali, ma risultano sempre più aggravati dalla crisi climatica. Per affrontare il clima che cambia e ridurre i rischi, la Regione deve puntare con decisione sulla prevenzione, accelerando la gestione forestale sostenibile e attuando politiche di adattamento e mitigazione per ecosistemi forestali sempre più fragili: anche per combattere gli incendi boschivi, i territori montani devono avanzare verso la neutralità climatica (Montagna NetZero)".
"Occorrono prevenzione, manutenzione e controllo del territorio per ridurre gli eventi dolosi, ma occorre anche una strategia complessiva di valorizzazione dei boschi: serve un salto di qualità nella gestione sostenibile, nella pianificazione oggi quasi assente e nella certificazione forestale per garantire un’economia forestale trasparente e legale".
"La Calabria non può permettersi di abbandonare le sue foreste e le sue montagne, che costituiscono una risorsa fondamentale e imprescindibile per il futuro della regione. Il 42% del territorio è montano, il 49% collinare e solo il 9% pianura; l’area montana comprende circa il 37% dei 404 comuni, in cui vive il 24% della popolazione. Una rilevanza che dovrebbe far comprendere l’urgenza di un percorso regionale integrato che metta al centro le comunità montane e l’Appennino calabrese, intrecciando strategie come aree interne, green community, sviluppo rurale, tutela della biodiversità, turismo e altre".
"Le fragilità dei territori montani, il triste fenomeno degli incendi e il problema del dissesto idrogeologico devono essere affrontati con determinazione: serve un percorso complessivo che contrasti spopolamento e carenza di servizi, affinché vi sia una reale cura dei luoghi. Avere una visione lungimirante è il banco di prova della Politica, soprattutto per la Regione, nel dimostrare un concreto interesse per la montagna e l’Appennino calabrese: da ciò dipendono la vivibilità dei territori, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia degli ecosistemi".
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