"Ci risiamo, come ogni anno, come per tutte le catastrofi, come per tutte le tragedie che ciclicamente si abbattono sul nostro pese, un insopportabile pianto greco, retorica del mai più, inutili minacce di tolleranza zero, finta commozione diventano il rumore di fondo in queste ore tristi per la Calabria e non solo", esordisce così Mario Vallone, coordinatore ANPI Calabria all'indomani delle giornate infernali che hanno visto la regione preda dei roghi che hanno distrutto gran parte delle aree verdi.
"Di responsabilità non si parla, tutta colpa del destino, e comunque ad incendi spenti, come sempre, si parlerà d’altro. Proprio nei giorni in cui il botanico Stefano Mancuso lancia la proposta di piantare mille miliardi di alberi per salvare il pianeta, da noi vanno in fumo pinete, boschi, faggete e persino vegetazione urbana. Non si può addebitare tutto questo solo alla malvagità dei piromani, che pure ci sono e fanno danni enormi", continua Vallone.
"Anche in questo caso la bussola per orientarsi viene dalla Costituzione: “Art. 9 - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Ecco, come possiamo tutelare il paesaggio se le scelte vanno in direzione opposta. Oggi tutti parlano di ritardi negli interventi, di poca disponibilità di mezzi. Allora vogliamo dire che mentre abbiamo i Canadair contati – spesso devono arrivare da altri paesi europei come è successo recentemente in Sardegna – l’Italia sta acquistando 90 cacciabombardieri F135 per una cifra spaventosa di 14 miliardi di euro", continua il coordinatore ANPI Calabria.
E, conclude: "Quando si acquisteranno invece gli aerei antincendio non è dato saperlo. Senza contare le denunce sistematiche dei sindacati dei vigili del fuoco, sulla carenza di personale, mezzi inadatti, burocrazia. Siamo distanti da polemiche inutili, oggi siamo vicini alle famiglie sfollate, a quanti hanno perso le loro attività. Vogliamo davvero pensare che le tragedie di queste ore servano per un cambio radicale di strategia mettendo la prevenzione al primo posto. Ci vorranno decenni per rivedere la vegetazione rinascere; nel frattempo la politica e le istituzioni non stiano a piagnucolare con le mani in mano".
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