I militari della stazione Carabinieri Forestale di Reggio Calabria hanno arrestato, nei giorni scorsi, in flagranza di reato, nei due soggetti che in località “fornace” di Vito inferiore, frazione di Reggio Calabria, avevano appiccato le fiamme ad un vecchio capannone industriale, abbandonato da anni e diventato nel tempo ricettacolo di rifiuti di vario genere.
Colti sul fatto, senza che i responsabili si rendessero conto dei danni arrecati, sono stati tratti in arresto M.S., classe 1933residente a Reggio Calabria, in qualità di mandante e già noto alle Forze dell’Ordine, e C.N. un cinquantaquattrenne da tempo residente in città, esecutore materiale dell’incendio.
Allertati da una segnalazione giunta al 1515 i carabinieri si sono trovati di fronte ad una scena classica, assai frequente in provincia: appiccare le fiamme per “ripulire” un area. Poco importa se l’area, nel tempo ricoperta di sterpi e trasformata in discarica, con carcasse di automobili, plastiche e rifiuti di vario tipo, costituisca già da sé una fonte di rischio ambientale esanitario.
Incendiarla ha significato inquinare l’aria, le falde idriche e contaminare il suolo con le Diossine generate dalla combustione delle materie plastiche, oltre ai costi sostenuti dallo Stato per le operazioni di spegnimento e che ha reso necessario l’intervento di una squadra dei Vigili del Fuoco.
Tutte conseguenze dolosamente ignorate dai due soggetti coinvolti che pertanto sono stati posti agli arresti domiciliari e deferiti all’Autorità Giudiziaria che ha disposto, per l’anziano mandante, l’obbligo di firma ed il divieto di avvicinamento all’area dell’incendio.
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