“Ho sempre avuto fiducia nella Magistratura Giudicante e la sentenza del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, che ha rigettato il ricorso della Procura distrettuale antimafia, afferma che non esiste nemmeno la sussistenza del reato”: ad affermarlo è il capogruppo autosospeso nel Consiglio regionale calabrese di Fdi, Giuseppe Neri, indagato nell’inchiesta ‘Ducale’ della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria per voto di scambio politico-mafioso. Per lui la Procura a giugno aveva chiesto la custodia in carcere, misura già respinta dal Gip.
“Il mio silenzio in questi mesi difficili – prosegue Neri - non è stato un segno di debolezza né 'presunta colpevolezza' come ha pensato qualcuno, bensì una scelta ponderata perché sapevo che la Giustizia avrebbe fatto il suo corso. Indagato per scambio politico-mafioso, il mio nome è stato messo in correlazione con fatti mai successi ed ho subito la gogna mediatica quotidiana. Una gogna che ha fatto male a me e ai miei cari”.
Il Tribunale della Libertà, ha aggiunto Neri, "ha certificato che nelle mie condotte non ho mai avuto alcun rapporto con consorterie ‘ndranghetistiche' di qualunque natura e, quindi, la limpidezza del mio agire". "Oggi, con maggiore serenità, posso finalmente riprendere la mia vita e tornare al mio impegno politico al servizio della gente", ha concluso.
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