Inchiesta Dulbecco, gli avvocati D'Ambra e Chiaravalloti: "Margherita Di Bari non è indagata"
22 luglio 2025 17:23
Non risulta iscritta nel registro degli indagati la dottoressa Margherita Di Bari. È quanto emerge dalle indagini difensive condotte da Annunziata D'Ambra e Salvatore Chiaravalloti, legali della professionista, il cui nominativo era stato inizialmente attenzionato nel contesto del nuovo filone d'inchiesta che ha scosso il mondo della sanità catanzarese. Secondo quanto ricostruito dagli avvocati, allo stato attuale l’assistita non risulta coinvolta formalmente nel procedimento penale avviato dalla Procura di Catanzaro, né destinataria di alcun provvedimento giudiziario.
Undici misure cautelari agli arresti domiciliari, due obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria e sette indagati. Sono questi i numeri del nuovo filone della dirompente inchiesta che questa mattina ha portato al completamento del lavoro investigativo portato avanti da ben due anni dalla Procura di Catanzaro. Al centro della scena ci sono medici e infermieri, amministrativi e rappresentanti di imprese private protagonisti, a vario titolo, di un'allegra gestione dell'attività intramoenia e delle gare d'appalto per l'acquisto di dispositivi medici aggiudicate a imprese di comodo con la compiacenza degli uffici competenti.
Associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico o telematico, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative, peculato, falsa attestazione di presenza in servizio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio sono le ipotesi di reato intorno alle quali ruota il fascicolo gestito dal sostituto procuratore Domenico Assumma, che ha chiesto e ottenuto dal gip una corposa ordinanza che ha visto militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri bussare alla porta degli indagati per notificare anche un sequestro preventivo di beni che, nel totale, ammonta a circa un milione di euro. Destinatari di quest'ultimo provvedimento, 8 dirigenti medici e un imprenditore rimasti coinvolti nell'inchiesta.
Un vero e proprio terremoto giudiziario, dunque, quello che sta facendo tremare le mura dell'Azienda ospedaliera "Dulbecco", con il coinvolgimento di professionisti molto conosciuti e ricercati nell'ambito della sanità pubblica che adesso vengono accusati di aver sistematicamente svolto, negli anni, con la complicità dell’ufficio ALPI, attività intramoenia allargata (ossia presso studi privati, siti al di fuori dei locali ospedalieri) in violazione della normativa di settore, ossia gestendo in autonomia le visite, incassando dai pazienti – rigorosamente in contanti – il corrispettivo per le prestazioni erogate e provvedendo a versarne nelle casse dell’azienda ospedaliera di appartenenza solo una minima parte, in modo da dissimulare l’illiceità delle condotte perpetrate, in alcuni casi svolgendo tale attività anche durante l’ordinario orario di servizio, a scapito dei pazienti vittime delle sempre più vergognosamente lunghe liste d’attesa.