
di PAOLO CRISTOFARO
Il Tribunale della libertà di Catanzaro, su richiesta dei legali Eugenio Felice Perrone e Giuseppe Vetrano, ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell'imprenditore di Amaroni Paolo Lanzellotti, finito in manette nell'ambito dell'operazione - condotta dalla Dda di Catanzaro - denominata Scolacium. L'inchiesta è volta a smascherare gli intrecci delle consorterie di 'ndrangheta di Vallefiorita e Roccelletta di Borgia.
I legali di Paolo Lanzellotti, imprenditore attivo a Squillace, nell'ambito turistico e di ristorazione, hanno avanzato controdeduzioni a sostegno dell'estraneità dell'imprenditore rispetto alle ipotesi accusatorie. Il collegio del Tribunale è stato presieduto dalla dottoressa Migliarino, dai dottori Cafiero e Odierno e da altri membri incaricati.
Dietro le sbarre Lanzellotti, era finito insieme ad altri imprenditori, come Paolo Bova, attivo nella lavorazione dei rifiuti e nel campo oleario; anche a Bova, nei giorni scorsi, è stata annullata la misura cautelare in carcere. La Dda li aveva accusati di aver conseguito e fornito benefici al clan Bruno, di Vallefiorita, nell'ambito di un rapporto dinamico e continuativo. Si attendono gli ulteriori sviluppi della vicenda.
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