di MASSIMO PINNA
Revoca delle deleghe assessorili per il vicesindaco Alessia Burdino e l'assessore Elisabetta Sestito.
A chiederlo, FI e Pd Girifalco, con i consiglieri Signorello Teresa, Scicchitano Carolina, Deonofrio Mario e Ferraina Elisabetta.
Il motivo, le risultanze investigative riportate nella nota inchiesta anti 'ndrangheta che ha scosso il territorio catanzarese, "Scolacium".
Risultanze investigative dalle quali, secondo quanto riportato nella richiesta ufficiale dei due gruppi di minoranza al sindaco Pietrantonio Cristofaro, emergerebbero "alcune annotazioni di P.G. riguardanti l’analisi del contenuto di telefoni cellulari sottoposti a sequestro nell’ambito del Procedimento Penale N. 4712/15 RGNR mod. 21, evidenziano elementi investigativi acquisiti che coinvolgono l’Amministrazione comunale di Girifalco. Nello specifico - sottolineano - si fa presente che dalle risultanze investigative emergerebbe il sostegno elettorale ad alcuni candidati nel corso delle elezioni amministrative del 2020 tenutesi nel Comune di Girifalco; i candidati in questione sono stati eletti in seno al Consiglio comunale e rivestono cariche assessorili".
Tutto ciò premesso, "gli scriventi chiedono al Sig. Sindaco l’opportunità di valutare la revoca delle deleghe assessorili alle consigliere comunali interessate dalle risultanze investigative del Procedimento Penale sopra indicato, basandosi su ampie valutazioni di opportunità politico-amministrativa che tengano conto
dei requisiti minimi di stabilità della giunta comunale e dell’organo più rappresentativo di una comunità ovvero il Consiglio comunale".
Insomma, "la richiesta di revoca, in attesa che la Legge faccia il suo naturale corso ed ulteriore chiarezza, corrisponde, a parere dei consiglieri comunali di minoranza, all’esigenza primaria di assicurare la trasparenza dell’operato dei pubblici poteri al fine di evitare la compromissione del buon andamento
dell’amministrazione. Il buon senso, il rispetto di ruoli e la tutela dell’istituzione civica rappresentata non possono come consiglieri comunali lasciarci indifferenti né sotto il profilo politico, tanto meno sotto l’aspetto amministrativo".
La considerazione dei consiglieri è che "una comunità che si rispetti ha bisogno di buoni esempi. E alla luce dei buoni esempi la revoca richiesta delle deleghe assessorili non è da intendersi come un atto sanzionatorio quanto piuttosto quale atto posto nell'interesse della Comunità stessa, della trasparenza ed imparzialità dell'operato dell'ente, e soprattutto a salvaguardia della serena gestione della macchina amministrativa guidata da un Sindaco".
Ed infine, "un Sindaco, lo stesso, che per molto meno nella scorsa legislatura ha ritenuto necessario revocare le deleghe di un consigliere comunale per tutelare, a suo dire, l’allora Consiglio Comunale. E colui che guida una collettività non dovrebbe mai usare due pesi e due misure".
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