"Siamo di fronte ad una strage, chiamiamo le cose con il loro nome. Dall'inizio dell'anno c'è una quantità di morti che ci indica che ogni giorno tre persone hanno perso la vita lavorando. Oltre al fatto che sono aumentati gli infortuni sul lavoro. Credo che questa non sia una situazione accettabile e che vada affrontata con grande determinazione". Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini parlando con i giornalisti a Lamezia Terme a margine di un confronto sul tema "Il lavoro parte civile" con il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. "Noi abbiamo avuto nei giorni scorsi, proprio su questo tema - ha aggiunto Landini un incontro con la Presidenza del Consiglio e il Governo, e il Governo si è impegnato, e nei prossimi giorni dovremmo rincontrarci, ad intervenire immediatamente con un decreto che, per quello che ci riguarda, deve contenere immediatamente alcuni provvedimenti. Il primo è quello di introdurre una norma per cui le imprese che non lavorano in sicurezza non possono lavorare e, quindi, che ci sia la possibilità, laddove le norme non vengano rispettate anche di sospendere l'attività lavorativa fino a quando questa attività non viene ripresa. Così si rischia di far morire le persone e ciò non è accettabile". "Dall'altra parte - ha detto ancora Landini - bisogna che anche tra le imprese scatti l'idea che la competizione non la si fa non rispettando le leggi o mettendo a repentaglio le vite delle persone. O si assume tutti che la salute e la sicurezza è un investimento non un costo con cui fare i conti, o da questa situazione non se ne viene fuori. E credo che questo sia un tema che riguarda anche la qualità del sistema delle nostre imprese. Penso che su una battaglia di questo genere gli stessi imprenditori, quelli che vogliono fare seriamente il loro mestiere, debbano farla assieme a noi. Perché non è una battaglia di parte ma per affermare la qualità del sistema industriale e la qualità del lavoro che fa crescere, sostanzialmente, il Paese".
"Il secondo punto che quel decreto deve contenere - ha detto ancora il segretario generale della Cgil - è quello di accelerare le assunzioni per gli ispettorati del lavoro e per i servizi di medicina sul territorio. Perché, naturalmente, questo è l'altro grande tema che noi abbiamo: c'è bisogno di agire sulla prevenzione, e c'è bisogno, naturalmente, di mettere nelle condizioni le nostre strutture di poterlo fare. In questi anni, i tagli alla sanità ed i tagli alla spesa sociale hanno prodotto una riduzione drastica del numero di persone che dovrebbero operare sostanzialmente in questi settori. Il terzo punto è la formazione perché naturalmente c'è bisogno di fare formazione sia agli imprenditori sia ai lavoratori per rispettare sostanzialmente questa norma. Addirittura, noi abbiamo proposto al Governo, proprio perché c'è un problema immediato di intervento, un cambiamento di cultura da fare perché la materia della salute e della sicurezza diventino anche materia di studio e di formazione scolastica ad ogni livello per tutte le persone, visto che dopo lo studio si va a lavorare". Per Landini "l'altro tema che dovrebbe far riflettere tutti è questo: siamo in una fase, per fortuna, di ripresa,, grazie anche a ciò che in questo anno e mezzo il mondo del lavoro ha fatto. Se oggi si può sfruttare questa ripresa che c'è è grazie, io credo, anche ai protocolli ed al contributo che i lavoratori e le lavoratrici hanno dato in questo anno e mezzo per uscire dalla pandemia. Però il lavoro che si deve creare non può essere un lavoro precario come sta avvenendo adesso con tanti contratti a termine di durata limitata. Quindi, c'è anche bisogno di assumere a tempo indeterminato e di incentivare sostanzialmente questa situazione. In questo senso al Governo abbiamo chiesto di prorogare il blocco dei licenziamenti che scade il 31 ottobre, per tutti i servizi del commercio, del turismo e del tessile abbigliamento, proprio perché, naturalmente, questa ripresa che è importante ma non sta riguardando tutti i settori nello stesso c'è il rischio che da qui a fine anno non si possa aprire la strada ad ulteriori tagli occupazionali".
"La nostra posizione è molto precisa. Noi pensiamo che la povertà c'è, anzi è aumentata con questa pandemia e quindi uno strumento che sia in grado di contrastare e combattere la povertà serve, e credo che qualsiasi paese civile e democratico ce l'abbia". Lo ha detto Maurizio Landini a Lamezia Terme rispondendo ad una domanda sul reddito di cittadinanza. "In questo senso - ha aggiunto Landini - bisogna sicuramente migliorare quello strumento e, quindi, si tratta di andare a fare un'analisi dettagliata su come è stato utilizzato, a chi è andato e in che forma. Questo perché, in molti casi, se andiamo a vedere le ragioni della povertà non è solo una questione di reddito, in alcuni casi è anche una questione di servizi che tu hai: la casa, i servizi sociali. Quindi, c'è anche un problema del ruolo che in questa direzione possono giocare le amministrazioni e i servizi sul territorio". "Dall'altra parte ciò che non ha funzionato - ha detto ancora il leader della Cgil - è quello strano connubio, che noi fin dall'inizio abbiamo criticato, per cui si è collegato il reddito di cittadinanza alle politiche attive del lavoro. Sono due cose diverse tra di loro: pensiamo che da un lato vada confermato e migliorato il reddito di cittadinanza non certo cancellato; dall'altro c'è bisogno di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e anche dei Centri per l'impiego per fare in modo che anche il nostro Paese incominci ad avere un sistema di collocamento e di rapporto tra lavoro e persone importante. Poi dev'essere chiaro a tutti che il lavoro non lo creano i Centri per l'impiego, il lavoro lo si crea con gli investimenti e quindi il punto vero è come vengono utilizzate le risorse che da qui ai prossimi 5-6 anni il nostro Paese ha a disposizione e può spendere. Tra l'altro il Governo si è impegnato a realizzare un protocollo di relazioni con le parti sociali per decidere come ci si confronta per far sì che gli investimenti vengano davvero realizzati e creino sostanzialmente lavoro".
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