“Incontri mancati”. La giornalista Teresa Chiodo narra le relazioni inaspettate nel suo primo romanzo

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La giornalista e scrittrice Teresa Chiodo
  19 agosto 2020 16:33

di CLAUDIA FISCILETTI

Ginevra è spudorata, moderna, ironica. Ginevra è un’eroina del nostro tempo, diversa dalle eroine che la storia della letteratura ci ha fatto conoscere. Ginevra è, cosa più importante, la protagonista del romanzo ‘Incontri mancati’ che racchiude in sé una serie di prime volte. Per iniziare il romanzo, disponibile su Amazon, è l’opera prima della giornalista Teresa Chiodo che sarà presentato domani, per la prima volta, a Marcellinara, in piazza Francesco Scerbo, alle 21.30.

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Il comune catanzarese, che di recente ha ottenuto la qualifica di ‘Città che legge’ per il biennio 2020/2021, ospiterà la scrittrice nata a Sondrio e poi trasferitasi a Milano, città per cui nutre un affetto particolare tanto da renderla sfondo del suo romanzo che non può essere classificato rosa nel senso più classico del termine. Così come Ginevra è un personaggio unico e per certi versi fuori dagli schemi, allo stesso modo il libro in toto non si attiene ai limiti schematici voluti dai generi letterari, tanto che viene letto non solo dalle donne ma anche dagli uomini. Un libro dentro al libro, se si pensa al catalogo stilato da Ginevra per descrivere come gli uomini siano inevitabilmente influenzati dalle loro professioni nel momento in cui agiscono. Un vademecum femminista? Su questo punto l’autrice mantiene volutamente un velo di ambiguità e spiega il motivo nell’intervista rilasciata a La Nuova Calabria.

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La prima presentazione del libro avverrà in Calabria, c’è qualche legame tra lei e questa terra?

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“Ho delle radici profonde in Calabria perché mio padre è calabrese. Sicuramente c’è un attaccamento profondo e fare questa presentazione a Marcellinara per me è un po' come sentirmi a casa, è come entrare nel salotto di casa mia. Mi sento totalmente a mio agio ed è un modo per rompere il ghiaccio. Questa è la prima presentazione di altre che seguiranno e che sono già in programma a Milano tra settembre e ottobre”.

Essendo giornalista per lei la scrittura non è una cosa nuova, però cosa l’ha spinta ad iniziare a scrivere questo romanzo?

“C’è stato prima un processo di sedimentazione di idee, nel senso che questo libro viene da anni di ascolto di donne che in quelle pagine si potrebbero ritrovare, dal momento che molte di loro mi raccontano storie diverse ma per certi versi anche simili, quindi mi è venuta l’idea di scrivere il libro e raccogliere tutte queste testimonianze nella forma di romanzo”.

Milano è la città che accoglie gli svolgimenti della storia di Ginevra, il posto in cui incontra diversi uomini, diversi volti. Come mai ha scelto proprio questo luogo?

“E’ Milano che può offrire questo tipo di opportunità. Milano in questo momento è l’unica metropoli d’Italia, è molto vivace, e quindi questo consente alla protagonista di giocare un po'. Ovviamente gli uomini che incontra sono uomini speciali, però sono portatori di alcune caratteristiche che tutti gli uomini hanno. Ginevra poi gioca un po' sul fatto che qualsiasi uomo risulti deformato dal suo mestiere e di conseguenza anche il suo modo di fare breccia nel cuore di una donna sia deformato dal suo mestiere, per questo lei crea un catalogo. E poi, soprattutto, è anche un modo per non far sentire sole le donne. Spesso si sentono sole e disorientate nella ricerca dell’uomo giusto ma con questo libro voglio dir loro: ‘Siete assolutamente in buona compagnia nessuno ha un radar speciale per trovare l’uomo giusto’”.

C’è una corrente femminista nel romanzo?

“Ho fatto una locandina per il libro, tra le tante, in cui c’è la domanda ‘Chi è Ginevra? Maschilista o femminista?’. Lei, rispetto alle eroine che noi conosciamo nella letteratura tipo Madame Bovary o Anna Karenina che rimangono entrambe schiacciate dai sensi di colpa e dai rimorsi, è una donna moderna, in un certo senso è l’evoluzione della specie di queste eroine che abbiamo imparato a conoscere. Lei mantiene sempre la sua lucidità, la sua dignità, sempre contornata da una certa ironia. Nel libro non viene esplicitamente detto fino a che punto Ginevra sia femminista, ma è fatto apposta”.

Ha detto che il romanzo è anche frutto dei racconti che ha ascoltato da alcune donne, ma contiene anche degli elementi autobiografici?

“Sicuramente ci sono alcuni aspetti, per esempio è autobiografico laddove parla di una donna sposata, ed io anche sono sposata, con figli, e anch’io lo sono. Era molto comodo attingere alla mia realtà perché era a portata di mano e questo lo può fare al primo romanzo, il secondo libro, che peraltro è già in dirittura di arrivo, avrà invece una single per protagonista. Anche nella seconda opera c’è la città di Milano perché da quella non riesco a staccarmi, la sento facile la sento come se fosse un palcoscenico familiare dove è semplice far muovere i personaggi”.

Quando potremo leggere il secondo romanzo?

Potrebbe uscire per la fine dell’anno e parlerà sempre di relazioni tra le persone. Penso che potrei scrivere all’infinito di relazioni perché è la cosa che a me interessa di più, mai e poi mai scriverei di altro”.

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