A novembre del 2020 il gup del tribunale di Catanzaro li aveva mandati a processo.
Oggi, la sentenza. Quattro le condanne e due le assoluzioni per i sei imputati, che hanno optato per il rito ordinario, coinvolti in un filone dell’inchiesta “Orthrus” , il blitz scattato ad ottobre del 2019 contro la cosca Chiefari-Iozzo.
Assolti Antonio Chiefari -per lui il pm aveva chiesto 20 anni di reclusione; Antonio Gullà -. il pubblico ministero aveva invocato 2 anni di reclusione.
Le condanne: Giuseppe Gregorio Iozzo, condannato a 30 anni (il pm aveva sollecitato 30 anni); Luciano Iozzo, 17 anni (il pm aveva chiesto 24 anni); Mario Iozzo, 19 anni (il pm aveva chiesto 26 anni); Marco Sasso, 16 anni e dieci mesi (il pm aveva chiesto 16 anni).
L'INDAGINE Due nuclei familiari legati anche da vincoli familiari, per il controllo della zona delle Serre catanzaresi: da una parte i Chiefari, dall’altra gli Iozzo.
I Chiefari sarebbero prevalentemente dediti alle attività economiche ed imprenditoriali medianti imprese ad esse riconducibili mentre la famiglia Iozzo avrebbe nella sua disponibilità armi di uso comune e da guerra e sarebbe dedita ad estorsione ai danni di commercianti e imprenditori boschivi e edili oltre all’attività del traffico di droga. Legati tra di loro da vincoli parentali, sarebbero federati entrambi con la cosca “madre” dei Gallace di Guardavalle.
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