Il segretario generale Vincenzo Sera e la Responsabile del Coordinamento donne della CISL FP di Reggio Calabria Katia Violi, condannano con fermezza il grave episodio quello registratosi al Polo Sanitario Reggio Sud dell'ASP di Reggio Calabria.
"Si è avuto modo di apprendere che un'infermiera in servizio presso la struttura sanitaria sarebbe stata aggredita - si legge in una nota - e spinta dalle scale da una persona in fila d'attesa per entrare - secondo le disposizioni anticovid19 - nell'edificio. L'infermiera, è stata accompagnata fuori dal Polo Sanitario in sedia a rotelle, ha riportato diverse ferite, pertanto è stato necessario l'immediato trasporto agli Ospedali Riuniti per gli accertamenti del caso".
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e le forze dell'ordine, nel tentativo di ricostruire quanto accaduto. "E’ inaccettabile - aggiungono - il clima di ostilità che vivono i nostri operatori impegnati con grande scrupolo e professionalità ad assicurare tutte le cure del caso ai pazienti – hanno sottolineato nella nota Vincenzo Sera e Katia Violi – siamo vicini alla nostra infermiera ed a tutto il personale che supporteremo e sosterremo in tutte le azioni nei confronti di chi usa la violenza sia verbale che fisica. Pretendiamo il massimo rispetto per chi opera al servizio del cittadino e saremo inflessibili nel perseguire i violenti in tutte le sedi competenti".
"Piena solidarietà e vicinanza - dichiarano - al personale sanitario per ciò che è accaduto presso i locali del Polo sanitario zona Sud, vittima d’una aggressione da parte di un paziente, una professionista appartenente a quel mondo della sanità che tutti abbiamo elogiato per l’impegno e la dedizione, un fatto molto grave , soprattutto in un momento delicato come questo, di enorme difficoltà che in questo momento sta contrastando questa epocale emergenza. Si continua a lavorare tutti e uniti per il bene comune”.
"Evidentemente neanche la pandemia - sottolineano - ha posto un argine alle violenze subite dal personale sanitario. Anche in tempo COVID-19, anche nel clima di grande sostegno verso i medici e gli infermieri e tutto il personale sanitario, gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari, pur diradati nel tempo, continuano a verificarsi. Nel nostro Paese, sottolineano - il segretario generale Vincenzo Sera e Katia Violi Coordinatrice donne CISL FP, un infermiere su dieci ha subito violenze sul lavoro e il 4% è stato minacciato pesantemente. Non si tratta solo di aggressioni fisiche, ma anche verbali, subendo comportamenti umilianti e mortificanti".
"Appena quattro mesi fa, nessuno sapeva cosa fosse il COVID-19, un virus, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti, le cui caratteristiche però ovunque si stanno cominciando a conoscere soltanto ora, giorno dopo giorno. Si tratta - evidenziano - di un evento sanitario inaspettato ed eccezionale,a questa contingenza è normale che nessuno fosse preparato. Non è esagerato, infatti, equiparare questa pandemia ad una vera e propria guerra, che deve vederci tutti in campo, gli uni per gli altri, e non gli uni contro gli altri.
"La carenza strutturale cronica delle nostre strutture ospedaliere, che non potevano essere modificate immediatamente, ha fatto sì che si ritardasse - concludono - in modo non colpevole, nel raggiungimento di uno standard di sicurezza di accesso ad oggi ancora non del tutto risolta.
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