di STEFANIA PAPALEO
Un ingegnere in servizio presso la Regione Calabria lo denuncia per estorsione e rapina. I poliziotti della Squadra mobile di Catanzaro procedono e gli stringono le manette intorno ai polsi. Ma lui, Stefano Ferro, addetto al servizio antincendio presso la Cittadella, si difende davanti al gip e rilancia, parlando di avance sessuali rifiutate e che avrebbero indotto la presunta vittima a vendicarsi. Una tesi difensiva che l'indagato, per voce degli avvocati Saverio Loiero e Vittoria Aversa, ha ribadito davanti ai giudici del Tribunale del Riesame, che, al termine dell'udienza, hanno disposto la sostituzione della misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari.
Al centro della vicenda giudiziaria un orologio di valore che, stando alla denuncia dell'ingegnere, gli sarebbe stato rubato da Ferro la sera del 14 luglio, con la complicità di un bulgaro non meglio identificato, mentre si trovavano su una spiaggia della costa dove i due lo avrebbero attirato in un tranello. E davanti alle sue rimostranze per riaverlo indietro, i due gli avrebbero chiesto una somma pari a 8 mila euro.
Non così per l'indagato, a detta del quale l'orologio gli sarebbe stato regalato dall'ingegnere che, dopo averlo invitato a cena e ad una passeggiata in spiaggia, avrebbe tentato un approccio sessuale, omaggiandolo di un orologio. E la figura del bulgaro? Inesistente, ha spiegato Stefano Ferro, che, al momento, ha già ottenuto l'alleggerimento della misura cautelare, in attesa che l'indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro faccia il suo corso per stabilire la verità.
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