“La vita è condivisione, così la felicità. Accorgiamoci prima di ciò che abbiamo e godiamocelo. Per esempio, la tavolata della domenica con i nonni va apprezzata mentre succede e non quando non la si ha più”. Flavio Insinna non vuole insegnare nulla ma insieme al pubblico di Reggio Calabria con il suo spettacolo “La macchina della felicità – Ricreazione”, in scena sabato alle ore 21 al teatro “Francesco Cilea”, prenderà “ciascuno per mano” per fare insieme quel cammino verso la felicità. Si apre il nuovo anno con un grande evento voluto dall’Officina dell’Arte di Peppe Piromalli che porta, in riva allo Stretto, un “mattatore” della televisione e del cinema ma, soprattutto, un galantuomo del teatro.
“Sono un uomo fortunato e spero di continuare a lavorare con la stessa passione, entusiasmo e voglia di fare sempre meglio, di avere la curiosità che, guarda caso, fa rima con felicità – afferma l’attore Insinna – So di commettere degli errori, ma l’importante è riconoscerlo ed avere la determinazione e l’umiltà di essere ogni giorno migliore di quello precedente. Spero di continuare a giocare con la stessa voglia cercando di divertirmi, far divertire e non fare mai le cose meccanicamente. In questo spettacolo, sarò accompagnato da bravissimi musicisti con i quali faremo una grande festa alla ricerca della felicità. Ogni spettatore, se lo vorrà, potrà scrivere un bigliettino su cosa sia per lui la felicità e noi lo leggeremo riflettendoci su. Vi assicuro che ne vedremo di belle”.
Flavio sta girando da Nord a Sud tutta la Penisola e ogni sera è “unica perché il pubblico è sempre diverso” a differenza della sua “macchina della felicità che, invece, è un consolidato incontro tra anime che hanno voglia di raccontarsi, ridere, scambiarsi energie, divertirsi”.
Non c’è una definizione assoluta di cosa sia realmente la felicità ma il noto conduttore vede nella sua famiglia, nel lavoro, nel pubblico e, soprattutto, negli anziani che gli scrivono “ieri, mi hai fatto compagnia”, la sua gioia più grande.
“Sapere che qualcuno ha sorriso grazie a me, mi rende felice. Il teatro fa questo miracolo: si sta e si respira tutti insieme, è un incontro tra energie che ci arricchisce – continua un emozionato Insinna - In quelle due ore, ce la mettiamo tutta per cercare quantomeno di mandare a casa gli spettatori più leggeri rispetto a quando sono arrivati. Oggi, purtroppo, teatri, cinema, librerie rischiano di chiudere e ci vogliono persone che credono in queste realtà. Sono 34 anni che faccio questo mestierema, ogni volta che mi esibisco, è sempre un’emozionetravolgente. Quando chiude un luogo di cultura mi avvilisco non tanto per me ma per i giovani che si volevano avvicinare a queste realtà. Quando sarò a Reggio, spero di incontrare i sognatori dell’Officina dell’Arte per complimentarmi e ringraziarli del coraggio di tenere in piedi una attività così bella come la loro. Fare ciò è da super eroi, questi sono dei veri super eroi senza il mantello, degli avengers. L’uomo vive di ragioni, ma sopravvive di sogni. Crederci è riuscire a farlo”.
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