“Uno tra i più grandi esponenti del pensiero filosofico che l’umanità ci ha regalato, Immanuel Kant, ci ha insegnato, o perlomeno ha provato a farlo, che l’umanità è un fine e non un mezzo e che la capacità di cogliere questa profonda verità rende l’uomo tale. Orbene, un paradigma di questo tipo può trovare certamente l’apoteosi della sua declinazione nella sanità, quella stessa che, ad ogni cambio di giunta regionale calabrese, risulta essere all’anno zero e che, solitamente, viene riconsegnata come tale al presidente di giunta successivo. Siamo consapevoli che l’attuale destinatario di tale onere, nominato anche Commissario ad Acta, si sta realmente cimentando con una situazione sanitaria regionale ben al di là dei supposti limiti del collasso e che si sta adoperando per determinare una inversione di rotta reale. Ma è proprio alla luce di ciò che risulta indispensabile capire alcuni passaggi di chiara funzione regolatoria che, fin qui, ci paiono poco espliciti e che non possono restar tali perché riguardanti la futura azienda ospedaliero-universitaria più grande della Calabria". Così in una nota Alessandra Baldari (segretaria generale FPCGIL Calabria), Franco Grillo (segretario generale FPCGIL Area Vasta CZ, KR, VV, Ivan Potente segretario (FPCGIL Medici e Dirigenti Sanitari Area Vasta CZ, KR, VV), Francesco Masotti segretario (FPCGIL Medici e Dirigenti Sanitari Calabria).
"Poco ci soffermeremo - proseguono - su tutte le anomalie fin qui registrate, a partire dai criteri di nomina della commissione che starebbe lavorando al protocollo d’intesa, per finire agli attuali “pettegolezzi” che resteranno tali almeno fin quando il protocollo non sarà, in qualsivoglia maniera terminato e presentato alle OO.SS. Tali “pettegolezzi” ci raccontano di procedure d’integrazione fantasiose e flessibili perché legate a pensionamenti più o meno precoci da terminare in un lasso di tempo abbastanza discutibile. Se tutto dovesse essere confermato e, al netto di situazioni improvvise o improvvide che dir si voglia, ci ritroveremmo di fronte a quell’insieme di spinte contrapposte, dettate da interessi divergenti, che potrebbero accelerare o, anche ritardare, l’accorpamento di una o più Strutture Operative Complesse e Dipartimentali. Si aggiunga il “pettegolezzo” pronto soccorso che qualcuno postula come dedicato esclusivamente ad una certa zona della città. Quale sarà la fortunata prescelta? E la selezione verrà fatta su base geografica, di reddito pro-capite, o magari si sceglierà in base alla tipologia di costruzione preferendo l’area con villette unifamiliari piuttosto che quella caratterizzata da un eccesso di case “popolari”? Beh tutto ciò, se fosse vero, sarebbe quanto di più lontano possibile dall’umanità come fine e, se tanto non fosse abbastanza, porrebbe la regione Calabria una volta ancora quale esempio di ciò che in sanità non deve essere fatto mai. Ci piacerebbe invece che i fin qui incontrastati protagonisti di tale dinamica ci spiegassero quali siano le “regole d’ingaggio”. Per essere più chiari: in assenza di atto programmatorio regionale, com’è possibile procedere alla creazione della nuova Azienda Dulbecco? Di quanti posti letto dovrà dotarsi la stessa nel rispetto delle regole generali di suddivisione dei posti letto nei vari territori? Qual è il patrimonio positivo e negativo (debiti) che le predestinate portano in dote? Lungo quale asse portante di specializzazione la nuova azienda, all’interno di un ineludibile progetto di integrazione regionale, si dovrà o si potrà muovere? Qualcuno si sarà posto queste nostre stesse domande e vorrà darcene conto? Nel mentre ci preme sottolineare alcune cose che appartengono alle riflessioni dettate dalla pratica: ricordiamo che, tra le tante dinamiche elevate di cui i vertici aziendali si stanno occupando, la triade dell’Azienda Materdomini, attualmente in carica, ha l’obbligo di applicare quanto definito con contratto decentrato, affidando gli incarichi previsti da vari CCNL area dirigenza medica e sanitaria al personale dirigente e così sanando un’anomalia unica in Italia”.
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