“Intelligenza artificiale, tra cambiamento e sfide”: Pungitore ci racconta un futuro che è già presente

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images “Intelligenza artificiale, tra cambiamento e sfide”: Pungitore ci racconta un futuro che è già presente

  07 ottobre 2024 11:16

Il professor Francesco Pungitore ci racconta un futuro che è già presente. 

“L'IA sta già cambiando il mondo”. Lo sostiene il professor Francesco Pungitore, docente di Filosofia, giornalista e autore di tre saggi sull'intelligenza artificiale, in questa intervista alla nostra testata, a margine di un incontro di presentazione del suo ultimo libro “Mediarchia: una definizione del nostro tempo”. Con il suo approccio diretto e una profonda conoscenza dell'argomento, Pungitore, direttore tecnico dell'Osservatorio Nazionale Minori e IA che ha sede a Torre di Ruggiero, in Calabria, ci offre una visione chiara su come l'IA stia rivoluzionando la nostra società e quali sfide e opportunità ci attendono.

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Perché l'IA è così importante oggi?

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L'IA è importante perché sta trasformando il modo in cui viviamo e lavoriamo. Sta ottimizzando processi industriali, rivoluzionando la medicina, migliorando l'efficienza dei servizi pubblici e persino cambiando il nostro modo di comunicare. Le applicazioni dell'IA si estendono in ogni settore, e questo la rende uno strumento chiave per affrontare le sfide attuali, dalla crisi climatica alla gestione della complessità urbana. Più di ogni altra tecnologia precedente, l'IA ha la potenzialità di migliorare sensibilmente la qualità della vita di miliardi di persone, ma allo stesso tempo pone delle questioni etiche e sociali che non possiamo ignorare.

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Ma da dove nasce questa tecnologia?

L'intelligenza artificiale nasce da un insieme di tecnologie sviluppate negli ultimi decenni, ma le sue radici teoriche affondano ancora più indietro. Già negli anni '50 del secolo scorso, scienziati come Alan Turing e John McCarthy ipotizzavano la possibilità di creare macchine in grado di 'pensare'. Oggi, grazie alla potenza di calcolo dei computer e alla disponibilità di dati in quantità massiccia, quelle idee sono diventate realtà. L'apprendimento automatico, il deep learning, la capacità di analizzare ed estrarre pattern dai dati sono tutte tecnologie che costituiscono la base dell'IA moderna.

Ci può parlare degli sviluppi imminenti e futuri? Penso ad esempio agli agenti IA e alla robotica.

Gli sviluppi futuri dell'IA sono affascinanti e al tempo stesso carichi di sfide. Gli agenti IA, ossia sistemi in grado di prendere decisioni autonome in contesti sempre più complessi, sono già una realtà emergente. Pensiamo agli assistenti virtuali, ai chatbot, ma anche ai software che supportano la gestione aziendale e quelli destinati al supporto sanitario. Nei prossimi anni, ci aspettiamo che questi agenti diventino sempre più capaci di adattarsi al contesto e di interagire con il mondo fisico grazie alla robotica. Questo significa una convergenza tra IA e robotica che potrebbe portare a sistemi autonomi in grado di eseguire lavori pericolosi, assistere gli anziani, o contribuire alle operazioni di soccorso. Tuttavia, dobbiamo fare attenzione alle implicazioni etiche di questi sviluppi, come la sicurezza e la trasparenza delle decisioni prese da sistemi automatizzati.

Lei insiste molto sulla necessità di una alfabetizzazione diffusa in tema di IA. Perché è così importante?

L'alfabetizzazione sull'IA è cruciale per evitare che si crei un'aristocrazia tecnologica, una élite di pochi esperti in grado di padroneggiare l'IA, mentre la maggioranza della popolazione ne resta esclusa. Questo rischia di aumentare le disuguaglianze sociali e di limitare l'accesso alle opportunità create dall'IA. Se vogliamo un futuro in cui l'IA migliori davvero la vita di tutti, dobbiamo assicurarci che un numero crescente di persone abbia le competenze necessarie per capire, usare, e anche influenzare lo sviluppo dell'IA. Non è solo una questione tecnica, è una questione democratica: essere alfabetizzati sull'IA significa poter partecipare al dibattito su come vogliamo che questa tecnologia si evolva e impatti le nostre vite.

C'è qualcosa che la preoccupa particolarmente in questa corsa verso l'IA?

Sì, sono preoccupato dalla velocità con cui l'IA si sta diffondendo senza che ci sia una regolamentazione adeguata. Stiamo delegando sempre più decisioni alle macchine, ma non sempre abbiamo meccanismi di controllo chiari su come queste decisioni vengano prese. Inoltre, la questione della privacy è fondamentale: i dati personali sono la benzina dell'IA e dobbiamo assicurarci che questi dati vengano trattati con il rispetto che ogni individuo merita. Non possiamo sacrificare la nostra libertà e la nostra dignità sull'altare dell'innovazione tecnologica. L'alfabetizzazione è una delle chiavi per mantenere il controllo sull'uso dell'IA e garantire che il suo sviluppo sia a servizio dell'umanità intera, e non di pochi.

Qual è il suo messaggio per chi si avvicina per la prima volta al mondo dell'IA?

Il mio messaggio è di essere curiosi, di non avere paura della tecnologia. L'IA è uno strumento e, come ogni strumento, dipende da come lo utilizziamo. Più conosciamo questo strumento, più possiamo usarlo in modo efficace e consapevole per migliorare la nostra vita e la società in cui viviamo. Studiate, informatevi, sperimentate: l'IA è qui per restare, e sarà tanto più utile quanto più saremo in grado di capirla e indirizzarla verso il bene comune.

 

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