Nel vecchio programma operativo presentato dall'ex commissario Guido Longo c'era un passaggio forte sui rapporti tra sanità pubblica e privata. I ministeri ne hanno chiesto lo stralcio
29 marzo 2022 20:25di GABRIELE RUBINO
“Sovente si è assistito in questa Regione a scostamenti di livello a vantaggio del privato per ovvi interessi sia economici che politici. Ciò non è più tollerabile nella misura in cui produce gravi danni al cittadino calabrese come impossibilità di esercizio del diritto alla salute (vedi liste di attesa), previsto costituzionalmente, sia come aggravi economici ingiustificati e ingiustificabili (aliquota massima nella imposizione fiscale ovvero oneri economici per la cosiddetta mobilità passiva), nonché una gravissima insostenibilità economica frutto anche del malaffare che ha contraddistinto e, purtroppo, contraddistingue la gestione della sanità calabrese”. Il virgolettato appena riportato, che si riferisce al rapporto fra pubblico e privato nella sanità calabrese, potrebbe tranquillamente essere uno stralcio di un comizio o di una pubblica denuncia. Era invece un passaggio contenuto nel programma operativo 2022-23, la cui bozza era stata trasmessa nei primi giorni di agosto dell'anno scorso. Un documento dunque della precedente struttura commissariale guidata dal commissario Guido Longo e che è stato analizzato dei ministeri competenti (Mef e Salute) nel verbale dell'ultima riunione tenutasi a dicembre dell'anno scorso. Come più volte dichiarato dal successore di Longo, cioè lo stesso presidente Roberto Occhiuto, il programma operativo sarà sostanzialmente riscritto, anzi ormai dovrebbe essere in dirittura d'arrivo.
Tornando al passato, proprio sul virgolettato del 'programma Longo' i ministeri hanno chiesto di stralciarne il contenuto. Il documento non ne precisa le motivazioni ma è presumibile che il tenore delle asserzioni fosse un filino troppo 'politico' e poco tecnico. Del resto, si dovrebbe occupare di numeri e azioni concrete più che di roboanti enunciazioni. Aspetti su cui i ministeri hanno colto non poche lacune. Su tutte quella sulla 'situazione debitoria pregressa' per cui la burocrazia romana ha ribadito l'impossibilità di attivare la strumento della gestione stralcio in assenza di una sua puntuale quantificazione.
L'adozione del programma operativo 2022-23, stando al Decreto Calabria bis, serve non solo per aggiornare il Piano di rientro calabrese ma anche per sbloccare i 60 milioni di euro all'anno (dal 2021 al 2023) di contributo di solidarietà, di cui 12 milioni - nel 2021- dovevano servire per l'attivazione del programma straordinario di assunzioni. Tutti rimasti sulla carta proprio perché non si è adempiuto. Al di là dei proclami, una delle principali mancanze dell'ex commissario.
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