di FRANCESCO IULIANO
Una tentata evasione da un reparto dell’ospedale ‘Arnaldo Pugliese’ di Catanzaro, E’ solo l’ultimo episodio, quello accaduto nella notte del 24 agosto scorso, che ha messo in allarme il sistema di sicurezza della Casa circondariale ‘Ugo Caridi’ di Catanzaro.
”L’evasione del detenuto in questione - si legge in un comunicato della vicesegretaria provinciale dell’Unione sindacale della Polizia penitenziaria, Domenica Continanza - è stata prontamente sventata dal personale di scorta già provato da una lunga giornata lavorativa in cui, tra le altre incombenze lavorative, si è tentato di calmare e tenere a bada il detenuto in questione che, per un intero pomeriggio, nell’ufficio della Sorveglianza generale, si mostrava agitato e pretenzioso, prendendo a calci e pugni qualsiasi cosa gli venisse a tiro e riuscendo con la lancia dell’idrante, a minacciare il personale nel tentativo di calmarlo ed indurlo alla ragione. Anche l’intervento del comandante, richiamato nella tarda serata in Istituto, è risultato vano e, pertanto, tra mille difficoltà operative è stata disposta una consulenza psichiatrica d’urgenza al fine di contenerlo. Al termine della visita il detenuto ha tentato la fuga, sollecitamente sventata e durante la quale un agente di scorta ha riportato una contusione.
Questo a significare come qualsiasi strumento messo in atto con professionalità e sacrificio dal personale per gestire un detenuto psichiatrico, diventi inutile e con uno spreco di energie e risorse che arriva solo a mortificare chi deve operare in simili condizioni. Più volte questa organizzazione sindacale ha sottolineato come la gestione delle problematiche psichiatriche non può essere demandata agli Istituti di pena dove le Aree sanitarie spesso non sono nelle condizioni di garantire un sevizio psichiatrico adeguato e continuativo e tutto resta nelle mani degli operatori penitenziari che, oltre alla sicurezza, dovrebbero garantire anche la contenzione di soggetti psichiatrici con un notevole innalzamento del carico di lavoro e di livelli di stress che rischiano di diventare insostenibili.
Nell’Istituto di Catanzaro questa situazione di criticità e di approssimativa gestione dei detenuti psichiatrici è ormai diventata all’ordine del giorno. Nell’occasione si richiede ai superiori Uffici l’immediato trasferimento del detenuto in questione e, in vista della visita del 27 agosto prossimo del sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Delmastro presso l’Istituto di Catanzaro, si sollecitano anche le altre sigle sindacali ad evidenziare tali problematiche, chiedendo interventi urgenti e mirati dall’alto della politica penitenziaria che, ad oggi, vede un sistema carcerario al collasso e fallito nei suoi punti cardini che sono: la sicurezza ed il trattamento del detenuto.
E’ vero che la pena non deve essere punitiva ma rieducativa e riabilitativa, ma è altrettanto vero che non ci può essere trattamento senza i requisiti minimi di sicurezza. L’Uspp resta vicina agli agenti che giornalmente operano tra mille difficoltà e sotto oganico rispetto ai notevoli e delicati carichi di lavoro e, nel sollecitare interventi e soluzioni concrete, si pone in prima linea affinché si realizzi una reale inversione di tendenza che possa dare respiro e nuove possibilità a tutto il sistema penitenziario italiano”.
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