di ENZO COSENTINO
Qualcosa si nuove nell’area di centro per una sua completa e definitiva posizione nel perimetro politico di appartenenza ideologica. L’Unione di Centro sempre più in primo piano per il raggiungimento dell’obiettivo. Recentemente un politico catanzarese, il dott. Vincenzo Speziali, è stato designato dal leader nazionale dell’Unione di Centro, Lorenzo Cesa per svolgere importanti incarichi politici e organizzativi a vari livelli. Lo abbiamo intervistato.
Dott. Speziali in Italia il Centro potrà uscire dal suo “angolino” e stare alla pari con le altre forze dello schieramento di centrodestra?
“Si, però c'è un ma...Mi spiego: qualsiasi alleanza ha bisogno di moderazione, oltre che di sana pratica, la quale deriva dall'esperienza, il tutto accompagnato, ovviamente, da cultura, formazione e militanza. In più, lo si accetti non come imposizione, bensì quale dato ineluttabile, è il centro e nella fattispecie il popolarismo che legittima, politicamente e non solo, gli schieramenti. Almeno fin quando essi esisteranno. Di ciò non vi sarà certezza nel futuro, pure perché, alla fin fine, le coalizioni figlie di un proporzionale puro, sono l'esempio plastico di quanto si ripropone nelle istituzioni europee, quindi dove esistono i Popolari, i Socialisti, i Liberali, i Comunisti, i Conservatori e poi i 'paria', ovvero i non inscriviti a nessun gruppo. Insomma abbiamo la rappresenza delle culture storico-ideologiche, precondizione della politica credibile. In più, aggiungerei, se la Destra conservatrice, vuole prendersi l'onere e l'onore di cogestire le istituzioni comunitarie, la strada passa per un accordo tra Popolari e Conservatori, chiaramente a trazione PPE. Anche su ciò possiamo come democristiani italiani, fare la nostra parte, vista pure l'importanza storica e simbolica che abbiamo, nel Partito Popolare Europeo e nell'Internazionale Democristiana, ed io -notoriamente addentro anche a questi mondi (poiché non sono né un 'discutibilmente Bamby', né un 'Aldo Fabrizi dei tre colli')- farò la mia parte, senza indugio, ma difendendo identità e pretendendo dignità, chiaramente della mia parte politica.”
Non le sembra che in questo momento l’astro nascente – Elly Schlein, neo segretario del “ricostituito” Pd- voglia offuscare la premier Meloni su importanti temi di politica internazionale e nazionale?
“Il PD, non è ricostruito. Piuttosto -a mio parere- o non è mai nato o è mal nato. L'On. Elly Schelein, sta compiendo un posizionamento da sinistra ideologica, sui diritti civili. Vedremo poi su quelli sociali e comunque è partita alla rincorsa di un campo di già occupato dal 'cinquestellismo' cadente (e se per questo, persino decadente!). In fondo è dal 1964, che l'area del grande Partito di Sinistra, allora PCI, è una nebulosa non facilmente classificabile. Lo disse Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro), durante un colloquio con il Premier Britannico dell'epoca (ovvero Lord Alec Douglas-Home), quanto i Comunisti italiani, si allontanavano sempre più da una stretta osservanza marxista ed erano più di mai restii a rappresentate le istanze della classe operaia, mentre si conquistavano i consensi dei ceti abbienti e degli intellettuali, quasi a divenire effimeramente chic. Lui, cioè Moro, il più grande fra tutti, lo capì per primo e meglio. Io lo avverto, pubblicamente oggi: entrambi noi due, più che mai, sulla stessa lunghezza d'onda. E da parte mia è un orgoglio coerente, una lusinghiera constatazione. Tra l'altro l'On. Schelein sul versante internazionale, come la guerra in Ukraina, non può rivolgersi a un variegato mondo pacifista e al tempo stesso dare ad intendere che il Partito da lei guidato non dis un sostegno giusto e reale alla politica del Governo Meloni, il quale è sulla stessa linea del precedente e di quelli prima ancora: siamo nella Nato, Atlantisti ed alleati degli americani. Ciò non vuol dire sudditi, semmai partner, epperò io e la mia forza partitica e culturale, siamo in sintonia verso Washington, Londra, Parigi, Berlino, non certo Mosca, Minsk, Pechino e L'Avana.”
L’Unione di Centro ha un suo pensiero sulla guerra in Ucraina, sulla condizione in cui versa la Sanità nel nostro Paese?
“Due domande che impongono due risposte, il più possibile dettagliate, seppur nella concettualistica sintesi.
1) l'Ukraina, è un Paese sovrano, aggredito da un Paese autartico, giustizialista (nel vero senso del termine, quindi in chiave peronista), il quale, a sua volta affonda la propria storia in due tempi diversi, che oggi si fondono e si rimodulano assieme, creando una miscela esplosiva: la Russia, difatti è un mix di protozarismo e il paleostalinismo. Ciò detto, i russi, sono usciti, giustamente sconfitti e mortificati dalla guerra fredda, da me oggi, classificata con il neologismo di prima guerra fredda, perciò al 'Campo Occidentale' guidato dall'America -anche se poi qualche errore lo hanno compiuto pure loro, pensando di 'superare', in Italia, l'esperienza democristiana, ed oggi cominciano a comprendere come ciò non è stato molto lungimirante!- dicevo a questo 'Campo Occidentale ed Atlantista' va 'tanto di cappello, tappeto rosso e molteplici ex voto per grazia ricevuta'. In realtà, il fronte è ucraino, ma si combatte pure per un riassetto più complesso e complessivo, il quale tocca il Nar Nero, il Medioriente, il Magreb Arabo dell'Afica Settentrionale, perciò il Mediterraneo, al netto delle riserve naturali di gas e petrolio di questa macroarea or ora delineata, senza dimenticare gli sviluppi di una politica cinese, la quale tende non a fiancheggiare, più o meno apertamente i russi, bensì a sottometterli per prenderne il posto, come seconda potenza e diventare essa stessa la prima.
2) Invece, per quanto concerne la sanità nel nostro Paese, deve continuare ad essere sociale e per tutti, poiché noi Democristiani abbiamo innervato e potenziato la socialità in qualsiasi campo, pure attraverso l'assistenza, che non è assistenzialismo. In fondo, ispirandoci laicamente alla Dottina sociale della Chiesa, abbiamo ideato l'economia sociale di mercato. È necessario perciò, creare le condizioni migliori per evitare questo sconcio morale e civile dell'emigrazione sanitaria, potenziando i poli di ricerca e formazione medica, non parcellizzando le strutture in plurimi rivoli campanilistici (con tutto il non rispetto alle gaffe di una nota medica calabrese, impegnata, fallimentarianente, in politica e più nota per le sue immagini al photoshop e non quale Amministratrice o esponente di parapartito). Anche rispetto all'autonomia differenziata, semmai partisse, dovremmo vigilare sui LEP (livelli essenziali di prestazioni), soprattutto nel comparto medico. In più, circa l'avvento 'cubano', con tutto il rispetto per i medici di questo Paese -il quale però è sotto embargo e gli USA, giustamente, lo ricordano non solo al nostro Governo centrale, bensì persino a quello regionale- avremmo dovuto meglio concertare, pure per evitare spiccia propaganda del noto tennista e attuale deputato cooptato Cafiero de Rhao (quindi non Serbelloni Mazzanti vien dal Mare), oltre al lecito richiamo degli alleati Nato, i quali condivido e assieme a loro intendo vigilare.”
Il piatto delle imprese italiane…piange. Come farlo tornare almeno a… sorridere?
“Eh già, piange e piangerà...purtroppo! La congiuntura tende a mordere e dall'anno prossimo la moratoria circa l'elasticità sul deficit e le spese a debito finirà. Tra l'altro la mossa che la BCE si accinge a compiere, dopo aver ritoccato già di recente i tassi, è proprio quella di continuare su questa strada. A cio` bisogna aggiungere anche le mancate riforme insite, pattuite e connese al PNRR, primi fra tutti l'approvazione del MES e la riforma della giustizia. Su quest'ultimo punto, non penso che l'ex Presidente del Consiglio, On. Giuseppe Conte, ha ben interloquito con i suoi dioscuri del tardo e fallimentare neogiacobinismo, ovvero il già citato Cafiero de Rhao (giammai Serbelloni Mazzanti vien dal Mare) e Scarpinato (il quale ricorda, ovviamente, per il solo crime, un noto animale, cioè il leone, non lo sciacallo). Ne dubito, eppure gli errori giudiziari, il terrore procuratorile, le pastoie delle cause civili, le dilungaggini (intermittenti e a seconda dei casi) di quelle penali, l'impunità dei P.M, l'arbitrarietà di una magistratura in gran parte discutibilmente ideologizzata in favore di Marx, rende impossibile la realizzazione di una 'sana impresa', quindi favorire gli investimenti. Certo, per fare ciò bisogna pure snellire la burocrazia e renderla meno lassista, meno indolente, più professionale, più sensata.”
Speziali, un occhio sulla Calabria. La nostra regione è veramente in cammino verso un futuro prossimo migliore? E’ forte la coalizione di centrodestra o avrebbe bisogno di qualche stampella?
“Stampelle no, per niente, poiché vi è bisogno di condivisione programmatica e lealtà. Qualora ci fosse bisogno, abbiamo il sostegno -bene inteso, senza coinvolgimento alcuno nelle nostre determinazioni e senza consultazioni preventive- di Talerico, sempre che resti in Consiglio Regionale, sia chiaro. Ma anche con la sua presenza fino a fine legislatura - ma sarà così? Vai a saperlo!- la maggioranza c'è e avrà altri innesti, perché in corso vi sono dialoghi serrati. Si sa che dico la verità. Sempre! E comunque servono i Partiti della coalizione, non i personaggi che da soli, sono in cerca d'autore' o di vanagloria.”
Dal suo osservatorio guarda anche particolare attenzione la situazione politica nel Capoluogo di regione. Come la vede? Catanzaro quanto è la “Città…Fiorita”? A Palazzo de Nobili come può incidere la sua parte politica. Incontrerà il Sindaco?
“Incontrare il Sindaco o come l'ho definito io, il futuro ex Sindaco? Ma per cortesia, non scherziamo, benché a me piace sfottere. Lo faccio anche per sdrammatizzare, una realtà decadente e fallimentare, di cui mi sento pure io responsabile, benché incolpevole. Ne discutevo proprio martedì 28 con Giovanni Procopio (ex Consigliere Comunale di Crotone) quando l'ho chiamato assiene all'On. Lorenzo Cesa, per comunicargli che lo avrei nominato Commissario Provinciale della provincia piagorica. Sarebbe più proficuo discutere con Talerico, per rispondere a lei, perché Fiorita manco parla, in quanto è, politicantemente parlando (ciò rappresenta la situazione) il 'suffraggetto del suo dominus'. Gliel'ho scritto persino, in chat private e quindi lo ripeto pubblicamente, assumendomene la responsabilità, ricordandogli, qualora improvvidamente dovesse solo sibilare un sospriro di replica, che il sottoscritto controreplicherebbe, con tutte le evidenze in mio possesso, le quali dimostrerebbero e circostanzierebbero le posizioni politico-amministrative, del futuro ex Sindaco. E poi, pur se non me ne sbatte nulla -ma proprio nulla!- chiarisco che se passo talvolta passo per arrogante, è solo per gli sporadici e sempre più minoritari supporters di Fiorita e del Consigliere Regionale sub iudice (quest' ultima è la definizione del mio amico Luca Palamara, certamente giurista credibile ). Almeno la mia presunta arroganza è concettualistica e ha le caratteristiche e il fondamento, come lo era per Ciriaco De Mita e Carmelo Pujia, di cui Fiorita, almeno ha sentito parlare in casa e talvolta li ha visti per interposta persona. Talerico, invece, li ha soltanto ascoltati per menzione o letti su i giornali. Io, invece, ero con loro e mi hanno insegnato tanto e bene, con affetto sincero, così e al pari di: Arnaldo Forlani, Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Flaminio Piccoli, Giovanni Goria, Antonio Gava, Enzo Scotti, Paolo Emilio Taviani, Riccardo Misasi, Dario Antoniozzi....se vuole continuo, perché vi sono persino gli statisti stranieri!”
Speziali, si faccia una domanda allo specchio e si dia ovviamente la risposta.
“Presto detto, poiché di domande ne porrei più di una e le risposte sarebbero al fulmicotone, ovviamente accompagnate dalla verità. E se fosse confermata una mia predisposizione divinatoria, tipo quella di prevedere il futuro, al pari di come ho avvertito molti, circa la presa di posizione del Governo libanese? Mi riferisco alla possibile materializzazione di una qualche forma nella fattispecie della comunicazione legale, proveniente da una nota società di sondaggi che si è sentita insultata, solo per aver fatto il suo dovere. Se accadesse ciò, come la metteremmo? Già, perché Talerico, si spertica in giudizi verso chi non firma i documenti -come nel presunto caso del Movimento Rinascita- ma identica presa di posizione, non l'ha rilevata quando una lista di Consiglieri Comunali di maggioranza - in stato di totale ignoranza, in quanto non avevano letto il sondaggio o non lo sapevano leggere ha offeso me (che non querelo, al pari di Andreotti) - pure la società medesima. Chi pagherebbe se vi fosse citazione in giudizio? Il (futuro ex) Sindaco quale legale rappresentante del Comune, nonché 'utilizzatore politico finale' della indefinita maggioranza? Oppure l'Amministrazione tutta? E la potrebbero, gli eventuali convenuti a giudizio, scaricare finanziariamente il tutto su di essa, ovvero l'Amministrazione? Non sta a me dirlo, ma solo vigilare che ciò non accada, se si presentasse quanto pavento o sarebbe lecito paventare, conoscendoli. E comunque, chissà perché, ho la sensazione che ci si possa trovare persino innanzi, all' 'Anatena D'Alema', quando sostenne, nel lontano 2010, che qualcosa di esterno avrebbe posto fine all'attività del Governo Berlusconi. Già, dimenticavo, Massimo D'Alema -di cui mio padre è buon conoscente come lo sono io di lui!- è un notorio jettatore, al pari del sottoscritto. A me infatti, così mi è stato detto in chat e se per questo, confermo pure di esserlo. E di esserlo tanto.”
cAPOLUOGO
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