di CLAUDIA FISCILETTI
Veronica Pivetti ha sempre quel brio e quella simpatia con cui abbiamo imparato a conoscerla nei suoi tanti lavori. Tra televisione, teatro e libri, l’attrice riesce a distinguersi sempre per quella nota colorata in più, per quello stile effervescente che piace così tanto al pubblico italiano. Quando parla del nuovo spettacolo in cui è protagonista, ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’, si sente il suo entusiasmo tanto per il ritorno a teatro (la tournée è iniziata meno di una settimana fa ndr), tanto per l’opera originale in cui recita, scritta e diretta da Giovanna Gra in collaborazione con Walter Mramor. “Con me sul palco ci saranno anche i bravissimi Cristian Ruiz e Brian Boccuni”, spiega la Pivetti durante l’intervista per La Nuova Calabria in occasione della data calabrese che sarà il 18 febbraio alle 21, al Teatro Comunale di Catanzaro. ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’ è una commedia ambientata durante i ruggenti anni Venti in un’America appena uscita dall’epidemia di spagnola ed è inevitabile non trovare un pizzico di attualità negli attuali anni Venti caratterizzati dalla pandemia. Inserito nel cartellone della stagione teatrale di AMA Calabria, ideata e diretta da Francescantonio Pollice, lo spettacolo trova un’importante componente nella musica, snocciolando alcuni tra i brani che hanno fatto la storia, tra cui Life on Mars di David Bowie interpretata proprio dalla Pivetti.
Il debutto di ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’ è avvenuto da poco, come le sembra che sia stato accolto dal pubblico?
“Il debutto è andato veramente molto bene. Siamo contente perché è uno spettacolo sicuramente originale, con cui però stiamo iniziando a sperimentare perché è chiaro che, quando uno prova una cosa e ama il processo che sta facendo, lo conosce ancora meglio vedendo cosa succede al pubblico. Il pubblico ha aderito, ha risposto, si è divertito. Abbiamo trovato una risposta più calorosa di quella che immaginavamo, anche per noi attori c’è differenza tra quando si è in prova e quando poi si verifica il rapporto col pubblico. Dobbiamo capire come il pubblico recepisce questa storia e devo dire che abbiamo avuto un riscontro bellissimo. Lo spettacolo lo stiamo creando insieme e stiamo cercando di capire come relazionarci col pubblico, e devo dire che è una bellissima sorpresa”.
Dalle sue parole emerge la grande considerazione che ha del suo pubblico.
“Abbiamo capito quanto il pubblico abbia bisogno di gioire, di godere, di divertirsi, non necessariamente per ridere, ma per svagarsi, per pensare ad altro visto il periodo durissimo che stiamo passando. Stiamo raccogliendo un grande entusiasmo da un pubblico che è stato costretto a stare ed è bello vedere come le persone non si siano minimamente disaffezionate al teatro. Il cinema ha avuto un grande un contraccolpo, un po’ attutito dalle piattaforme streaming o anche dai tanti film andati in onda in televisione, però una cosa che non si può mai riprodurre è il teatro, perché è proprio fatto dagli esseri umani sia sul palco che in platea. Quello che noi stiamo sperimentando è che non è cambiato nulla, se non un maggiore entusiasmo da parte del pubblico e ovviamente da parte nostra. Io non ne potevo più, avevo bisogno di quella adrenalina che ormai fa parte della mia vita, è una parte del mio mestiere”.
Nello spettacolo, ambientato durante i ruggenti anni Venti, si nota anche un riferimento al nostro 2020, è stata una scelta consapevole?
“Naturalmente è una precisa scelta dell’autrice, ha voluto raccontare il periodo di allora che usciva dalla spagnola, dalla crisi. Un periodo difficile. Gli anni Venti sono sempre un problema evidentemente, siamo sempre dinanzi ad un problema anche dal punto di vista sanitario per cui ci sono tantissime analogie ed è stato scritto in quel periodo esattamente per sto motivo. È anche un modo per dire che ne siamo usciti una volta, ne usciremo un’altra volta. È molto importante anche il modo in cui è rappresentata la figura della donna. In scena, oltre alla protagonista da me interpretata, ci sono Cristian Ruiz e Brian Boccuni che hanno due ruoli molto diversi, sono un corollario importante alla storia della donna principale, due figure diverse che raccontano due aspetti diversi e aiutano questa protagonista a raccontare due aspetti della propria vita. Mi fa molto piacere poter interpretare una figura femminile decisamente di rottura, rivoluzionaria. Abbiamo fatto solo due repliche e abbiamo colto umori della platea femminile molto favorevoli, almeno portiamo sul palcoscenico qualcosa che arriva a molte persone ed è un messaggio che hanno colto immediatamente. É bello poter continuare un discorso di solidarietà femminile che sto facendo in questi anni lo faccio in televisione, lo faccio coi libri e mi fa piacere farlo anche in teatro”.
La musica ha un ruolo importantissimo nello spettacolo.
“La musica è fondamentale, in questo caso è parte del testo. C’è un testo originale e le canzoni mandano avanti la storia. Abbiamo fatto un lavoro molto minuzioso, secondo me anche molto interessante, di riarrangiamento di pezzi celeberrimi, ovviamente cantati in maniera diversa perché è chiaro che nessuno di noi è i Queen, David Bowie o Ligabue. Ci sono canzoni sia italiane che straniere che vanno dagli anni Settanta al Duemila”.
Ultimamente si parla tanto di Sanremo, che ricordo ha del Sanremo 1998, in cui presentò accanto a Raimondo Vianello?
“È stata una bellissima esperienza, un bellissimo ricordo, importante dal punto di vista professionale perché l’ho fatto con Raimondo Vianello, uno dei più bravi che c’è mai stato. Si, ne ho un bellissimo ricordo, ma sono proiettata in avanti. Non voglio mai pensare di aver fatto le cose migliori prima”.
Riesce a coordinare diversi progetti tra teatro, televisione e libri, cosa bolle in pentola al momento?
“A parte questa tournée che è appena iniziata, ho l’uscita di un nuovo libro, un giallo comico, che uscirà per Mondadori e che sto finendo di scrivere. Mi divido tra scrittura e teatro, oltre al programma con Massimo Gramellini (Le parole della settimana ndr).
Richiamando un po’ il programma di Gramellini, ha una parola per definire ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’?
“Sorprendente, anche se una parola è poco per descriverlo in pieno. Lo dico perché ho sentito il pubblico durante queste repliche e hanno detto che non si aspettavano una cosa così. Siamo rimasti sorpresi anche noi”.
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