di FRANCESCO PARAVATI
Intervista al contrario al grande regista newyorchese premio alla carriera al magna Graecia film festival innamorato della Calabria che lancia un appello.
Capita, tra le stelle d’agosto che tardano a cadere dal cielo, di trovarsene invece tante davanti sulla spiaggia del Blanca Cruz, la parte più bella di una Calabria che sotto il tappeto nasconde benissimo la polvere.
Capita di trovarsi spaesati tra vecchie regine della fiction e influencer bombastiche dagli improbabili bikini e nomi sconosciuti, eppure famosissime a giudicare dai followers che implorano un selfie da migliaia di like. Ospiti vip e meno vip del Magna Graecia Film festival di Gian Vito Casadonte, un’edizione super che ha registrato il tutto esaurito sia in platea che sui lettini del lido.
Capita anche che tra i fenomeni che durano una stagione il festival trascini sulle spiagge calabresi un pezzo di storia del cinema, in particolare di quello indipendente americano, il regista Abel Ferrara. Newyorchese doc ma di origini salernitane, dopo successi come Fratelli e il Cattivo Tenente, passati i 70 anni ha ritrovato una nuova giovinezza fisica e artistica, grazie a una compagna neanche trentenne, una figlia di pochi anni arrivata come un miracolo e una nuova visione di vita buddhista ripulita da alcool e droghe che lo hanno accompagnato per 50 anni di carriera border line tra alti e bassi.
Capita allora che dopo averlo inseguito invano per inaccessibili party mondani e una master class persa, il giornalista si trova davanti uno dei suoi idoli sul bagnasciuga, mentre riprende la figlia giocare nell’acqua quando ormai rosicava convinto di averlo perso, il giorno dopo aver ricevuto a Catanzaro il premio alla carriera, e poco prima della sua partenza.
Capita che l’intervista che sembrava persa si faccia in costume da bagno, in venti minuti strappati di tra gli ombrelloni, giusto prima della ripartenza.
Capita anche che il giornalista emozionato finisca per essere intervistato dal suo idolo in una favola al contrario, in cui il cacciatore finisce per essere cacciato… questo è il resoconto.
Mr. Ferrara prima volta in Calabria?
"Ero già stato a Reggio ma solo per un giorno, ora ho passato una settimana fantastica in spiaggia al sole con la mia famiglia circondato da gente fantastica".
Cosa sapeva della Calabria prima di venire ?
"Beh ho tanti amici calabresi che me ne parlavano e poi sì certo le storie sulla mafia
Ndrangheta …?
Sì quello…"
Come mai hai deciso di trasferirsi da New York a Roma?
"Perché qui qualche anno fa ho incontrato la mia compagna e da allora ci son rimasto".
Le manca New York?
"Lì dovevo lavorare solo per pagarmi l’affitto, qui ho iniziato una nuova vita, ho la mia compagna, sono padre di una splendida bambina e sono circondato da amici e faccio film mi piacciono".
Neanche per lavorare le manca l’America?
"No. I film si possono fare dappertutto e ora con le nuove tecnologie basta un telefonino (tanto che ha passato tutte le sue giornate a riprendersi attorno col suo smartphone, che non ne nasca un documentario sull’MFFF2020… ndr)".
Si sente ispirato dalla Calabria, farebbe un film qui?
"È un posto meraviglioso, ma sono stato solo in spiaggia, mi piacerebbe saperne di più.
Sa che una leggenda vuole che qui sia sbarcato e naufragato Ulisse?
Scherzi? davvero?"
Secondo Virgilio che lo scrive nell’Eneide avrebbe fondato Squillace dopo un naufragio e uno storico tedesco (Armin Wolf “Storia di Ulisse in Italia” ) ha ricostruito il viaggio di Ulisse che avrebbe attraversato la Calabria dopo aver incontrato Nausicaa e i Feaci a Lamezia attraversando il fiume che la rendeva navigabile per poi da qui proseguire per Itaca..
"Incredibile… e poi cosa sai ancora di questa terra..?"
Questa come nei suoi film è una terra di santi e di killer spietati, di miracoli e barbari omicidi e violenze in cui il sacro e profano si mischiano quotidianamente. Ad esempio in quelle grotte di San Gregorio che lei ha visitato si perse un bambino anni fa e da allora sono murate, ma prima si poteva raggiungere sottoterra la cima della montagna, si narra che dei monaci orientali percorrendo le grotte avrebbero poi fondato il santuario di San Gregorio a Stalettì… non le viene voglia di girare un film qui?
"Magari me lo facessero fare, trovando i fondi verrei a girare domani, sto cercando di fare da anni un film sui Padre Pio, tra sacro e profano ma è fermo perché non trovo i soldi, quante storie potrei trovare qua raccontami qualche storia di questi posti.. …"
Questa è la terra di Cassiodoro, il grande consigliere che prolungò la vita dell’impero romano d’Oriente insegnando a re e imperatori l’accoglienza e la commistione tra le culture, poi dopo essere arrivato ai massimi onori, decise di ritirarsi qui nella sua vecchiaia il posto dove era nato per costruire una società ideale. Proprio qui, dietro quelle rocce, i monaci di Cassiodoro destinati al lavoro allevavano infinite varietà di pesci. Su in collina altri monaci pregavano vivendo in assoluto isolamento nella natura. Nel grande monastero che avevano creato fece trascrivere in latino traducendoli dal Greco centinaia di libri che altrimenti sarebbero andati persi per sempre…
Wow, Fantastico e ora dov’è sepolto?
"Qui sotto i nostri piedi, Cassiodoro è dovunque e da nessuna parte, ha portato la civiltà in questo luogo ameno ma la sua tomba è stata ricoperta dal calcestruzzo non è mai stata trovata anche se tutto quello che è stato costruito dopo qui porta il suo nome…
Devi venire a Venezia a vedere il mio documentario..potremmo fare una cosa simile qui…."
È un po’ difficile, ci provo, ma questo film in Calabria?
"Absolutely lo voglio e lo devo fare, scrivi e mandami, quello che mi hai raccontato, c’è un nuovo presidente della film Commission, i miei amici qua Gianvito, Francesco, mi aiuteranno, vienimi a trovare. A Roma abito a Colle Oppio, parliamone presto, questa è la mia mail….Grazie!"
Il tempo per l’intervista è scaduto, la splendida moglie ha raccolto braccioli e secchielli e l’auto è pronta a partire e tutte quelle domande che volevo fargli sulla nascita di Mary, sulle strade di New York sull’effetto delle sostanze, sul processo creativo sono rimaste senza risposta appuntate sul foglio delle comande strappato a un cameriere , alla fine l’intervista l’ha fatta lui a me. Capita anche questo con Abel Ferrara, tra le stelle d’agosto sulla spiaggia del Blanca Cruz nel golfo di Squillace. To be continued….
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