Intervista alla prima donna con origini calabresi nominata rettore de "La Sapienza", Antonella Polimeni: "Ho realizzato ciò che sin da bambina sognavo fare”

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Il neo rettore dell'Università La Sapienza, Antonella Polimeni
  14 novembre 2020 19:21

di TERESA ALOI 

Alla Calabria la legano ricordi della sua giovinezza. Il sole, il mare, gli amici, la spensieratezza dell’adolescenza.  Antonella Polimeni, 58 anni, romana con origini calabresi - il padre era reggino – guiderà  per i prossimi sei anni  l’UniversitàLa Sapienza”, il più grande ateneo d’Europa. E anche uno dei più antichi. In 700 anni di storia non era mai capitato.  E’ stata eletta dalla comunità accademica alla prima tornata elettorale che si è svolta dal 10 al 13 novembre 2020, ottenendo la maggioranza assoluta (metà+1) dei voti non pesati (per i docenti) e dei voti pesati (per il personale tecnico-amministrativo e i rappresentanti di studenti e assegnisti di ricerca), pari a 2.529,74 voti su 4.170,32 voti totali, pari a una percentuale del 60,7%”.  Già preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria e docente di Malattie Odontostomatologiche, ha preso il posto di Eugenio Gaudio, medico anche calabrese, che ha ricoperto il ruolo di rettore per sei anni.

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Sposata da 31 anni con Francesco, conosciuto ai tempi del Liceo, e mamma orgogliosa, come lei stessa si definisce, di Lorenzo e Sofia, 28 e 25 anni, ha alle spalle  una produzione scientifica di oltre 470 pubblicazioni edite su riviste internazionali e nazionali, più di 100 proceedings congressuali, nazionali e internazionali, 6 manuali, di cui uno edito in lingua inglese, 2 monografie. Ha curato inoltre l'edizione italiana di un testo atlante e di due manuali, nonché linee guida edite dal ministero della Salute.

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Si considera una privilegiata  “poiché – spiegava – con le mie attività di ricercatrice, di didatta e di medico, ho realizzato ciò che sin da bambina sognavo fare”.

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Professoressa oggi inizia una nuova sfida. Qual è stato il suo primo pensiero?

“Ce l’abbiamo fatta  e non parlo con il plurale maiestatis perché la mia candidatura  è stata il  frutto di un lavoro e di condivisione con colleghi di tutte le facoltà. Abbiamo lavorato tutti insieme”.

Non è un momento facile. La pandemia da covid -19 ha cambiato tutti gli scenari. Anche   il futuro della  Sapienza  dovrà fare i conti con  il coronavirus.

 “Tutte le Università, al momento, lavorano con la didattica mista, a distanza e in presenza,  privilegiando le matricole. senza dimenticare che bisogna garantire le attività laboratoriali". 

Quali saranno i suoi primi impegni per l'Ateneo?

"Saranno quelli di implementare l'internalizzazione in termini di didattica e di ricerca  e l’offerta formativa di un Ateneo che è il più grande d'Europa. L'Ateneo  crescerà ulteriormente se saprà percepire la ricchezza del suo pluralismo e della sua biodiversità, grazie alla forza della sua unità nel rispetto delle specificità e delle autonomie. Qualità e  quantità dovranno viaggiare di pari passo  per attrarre nuovi ricercatori e per far restare dentro quelli già esistenti. E poi, la terza missione: il rapporto tra l’università e il territorio.

"L’Università ha il delicato compito di formare le nuove generazioni e di promuovere un diverso modello di sviluppo, sostenibile, inclusivo ed equo. Dobbiamo ridare fiducia ai nostri studenti, ai giovani studiosi e a tutti coloro che convivono con la consapevolezza di un futuro sempre più incerto", un passaggio del suo programma. Per "costruire insieme i prossimi sei anni di Sapienza".

Antonella Polimeni ce l'ha fatta. Nel 1303 in pieno Medioevo, quando papa Bonifacio VIII fondò "La Sapienza", mai nessuno  avrebbe pensato che una donna avrebbe potuto rivestire il ruolo di Magnifico rettore. 

 

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