di ENZO COSENTINO
La dottoressa Giusy Iemma (PD), eletta in Consiglio Comunale con una lusinghiera votazione, è stata subito investita da importanti incarichi: oltre che vicesindaco ha ricevuto dal sindaco Fiorita le deleghe per gestire settori-chiave del quadro complessivo delle strategie che fanno parte del programma del governo locale per il rilancio del Capoluogo. Gli incarichi di “governo” hanno fatto scattare la sua decadenza da consigliera e il subentro in Consiglio di Igea Caviano, prima dei non eletti del PD. Giusy Iemma è già al lavoro per rispondere alla fiducia riposta in lei. Le abbiamo fatto tre “semplici” domande per l’intervista che vi proponiamo.
Assessore Iemma, vice sindaco e un pacchetto di deleghe che non le concederanno respiro. E dire che voleva restarsene fra i banchi dell’aula responsabilmente ma da consigliere. Chi l’ha convinta alla fine?
“La mia candidatura alle recenti amministrative, nasce da una scelta convinta. Ho aderito con entusiasmo all’invito che il responsabile degli enti locali del PD, Francesco Boccia, ha rivolto alla classe dirigente locale. Dalla città arrivava una domanda di cambiamento, concretezza e operosità che servono per far fronte a queste difficile fase storica. La campagna elettorale si è conclusa, dobbiamo lasciarcela alle spalle. Ora è necessario un impegno amministrativo straordinario per stimolare l’interesse della gente, restituire ai cittadini la fiducia verso le istituzioni, favorire una riscoperta della partecipazione in una dimensione pubblica. E per questo c’è bisogno di tutti, di tutte le sensibilità presenti in consiglio comunale. Per restituite alla città di Catanzaro il suo ruolo di capoluogo di regione, serve un confronto politico serio sulla città, coraggio ed ambizione. Avrei responsabilmente svolto il ruolo di consigliere comunale, quello per il quale gli elettori mi hanno votato, certa di poter dare un fattivo contributo di indirizzo politico. Poi è arrivata la richiesta, pervenutami da tutti i livelli del mio partito, dal gruppo consiliare cittadino fino alla segreteria nazionale, sulla quale in verità ho riflettuto un po’, di rendermi disponibile per il governo della città. E’ prevalso il mio senso di responsabilità e dell’appartenenza. Non è un mistero per nessuno che le sfide, soprattutto quelle più complesse, mi attraggono. Non mi tiro indietro quando c’è bisogno del mio supporto a maggior ragione quando si tratta della mia città. E ringrazio il sindaco Fiorita per la fiducia e la stima che mi ha dimostrato, scegliendomi quale vicesindaco. Un ruolo prestigioso ed al tempo stesso impegnativo.”
Quale ritiene sia il settore di sua competenza che deve avere la priorità d’ interventi e stanziamenti di risorse?
“Le deleghe assegnatemi sono tutte egualmente importanti. Le politiche del mare, per esempio, rappresentano uno strumento operativo diretto all’intera costa cittadina utile a restituirne la piena fruibilità al cittadino. Il mare è una risorsa naturale della nostra città, credo la più importante, che va valorizzata e tutelata; questo vuol dire dedicare ad essa un lavoro costante, costruire attorno ad essa progetti sostenibili e verificarne costantemente andamento ed attuazione. E mi si consenta anche di dire che abbiamo il mare più bello d’Europa. Vogliamo diventare un polo di attrazione turistica, richiamando nella nostra città turisti da tutto il mondo, questo favorirà occupazione e crescita economica. Certo non basterà il mio impegno ma occorre mettere in atto- è proprio il caso dirlo- una strategia di gruppo. Di un gruppo che sia motivato a lavorare con grande impegno. Non c’è una scala di priorità. Tutti i settori di cui dovrò occuparmi devono essere quotidianamente movimentati e i problemi affrontati .Per questo motivo il primo lavoro è sul piano organizzativo interno, stabilire con l’apparato degli uffici preposti una pianificazione. Non è facile tradurre operativamente le intenzioni ma il mio, il dovere degli uffici è di tentare di riuscire. Sono sicura che l’apporto determinante dei tecnici, degli amministrativi sarà massiccio. In fondo lavoreremo perché la Città è anche di chi l’amministra nella dimensione di semplici cittadini. E’ imprescindibile amare Catanzaro.”
In fatto di Urbanistica qual è la sua esperienza? Lei è un medico cosa dice sulla vicenda della Unificazione fra Pugliese e Materdomini?
“Indubbiamente l’Urbanistica è importante. E’ un settore delicato. Non sono un tecnico ma ho una mia visione di cosa si dovrà fare per la Città. L’urbanistica rappresenta l’interfaccia tra il territorio e la società; è deputata a governare fenomeni complessi, che hanno risvolti importanti sulla vita quotidiana delle persone e sull’assetto sociale ed economico del territorio. Ho notato, parlando con le persone, che non c’è molta chiarezza sul ruolo dell’urbanistica tra i non addetti ai lavori. Possiamo definirla quella disciplina attraverso cui si programma e si regola lo sviluppo della città nel rispetto dell’esigenza di tutelare il territorio. E’ arrivato il tempo di sostituire gli annunci ed i proclami con una visione organica della città, che riaffermi il ruolo di Catanzaro come Capoluogo di Regione e Centro di Servizi per il territorio. I Catanzaresi devono poter vivere bene nella loro città, usufruendo di servizi adeguati. Noi vogliamo una Città “Amica dei Cittadini”. Perciò servono innanzitutto regole, che devono essere univoche, trasparenti, in linea con la normativa vigente. Regole che consentano di raggiungere un risultato, che è la sintesi degli interventi di una molteplicità di attori, tra cui i tecnici del settore, gli ordini professionali, le associazioni di categoria, la società civile. A chi governa la Città spetta il compito di indirizzo politico- amministrativo e di monitoraggio dell’attività. In tutto questo il contributo del consiglio comunale, espressione dell’intero territorio, è imprescindibile, e ad esso chiederò, pertanto, un impegno costante nell’interesse esclusivo della città. Da medico posso affermare che la situazione sanitaria in Calabria, dopo 13 anni di Commissariamento, è drammatica. Serve un’inversione di tendenza. Dobbiamo garantire ai Catanzaresi il diritto di potersi curare nella loro terra. In quest’ottica diventa strategica l’integrazione tra l’Azienda Ospedaliera Pugliese- Ciaccio e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Materdomini, sulla falsa riga di quanto già avviene in altre regioni italiane, in cui esistono modelli di aziende integrate eccellenti. L’obiettivo deve essere quello di creare anche nel Capoluogo di Regione un sistema assistenziale, formativo e di ricerca efficiente ed efficace, nel quale l’Ospedale hub e l’unica Facoltà di Medicina della regione, si integrano, secondo le rispettive vocazioni. L’integrazione deve nascere e consolidarsi attraverso la sinergia di tutti gli attori coinvolti (amministrazioni regionale, Enti Locali, Ospedale, Università), l’equilibrata definizione di ruoli e responsabilità, secondo il principio della pari dignità e pari rappresentatività, il cui fine ultimo deve essere quello di costruire un’offerta sanitaria e formativa moderna e competitiva. Un’impostazione del processo di unificazione aziendale imparziale, nel rispetto delle singole funzioni istituzionali, consentirà di rafforzare, in tutta la regione, il ruolo della già prestigiosa Facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia e delle sue importanti Scuole di Specializzazione. Al tempo stesso, permetterà di valorizzare la funzione dell’Ospedale Pugliese- Ciaccio, che, pur affrontando quotidianamente le urgenze e le emergenze, provenienti da tutte le parti della Calabria, eroga irrinunciabili servizi di altissima specialità.”
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