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Intervista esclusiva a Marina Abramovic: la "Giovanna d’Arco dell’arte"

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images Intervista esclusiva a Marina Abramovic: la "Giovanna d’Arco dell’arte"

  09 agosto 2023 13:19

di APOLLONIA NANNI

In occasione della prossima mostra dedicata a Marina Abramovic che si terra` dal 23 settembre al 10 dicembre 2023 alla Royal Academy of Art di Londra, la piu` grande mai organizzata nel Regno Unito, una ricognizione sui cinquant’anni di vita e arte della celebre performer, ho posto alcune domande per l’occasione alla Abramovic, una delle personalita` piu` celebri e controverse dell’arte contemporanea che con le sue creazioni ha rivoluzionato l’idea di Performance. Artista serba naturalizzata statunitense, attiva fin dagli anni sessanta si autodefinisce la “nonna della Performance art”. Memorabile, tra le tante Per- formance realizzate: “The Artist is Present”, anno 2010 Moma New York.

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Confesso che intervistare un’artista immensa, inafferrabile e planetaria come lei non e` affatto facile. Riuscire a condensare il caleidoscopio di idee, creativita` di cui e` ricca, e` come essere una megattera in un oceano. Il suo sguardo profondo, indagatore da rabdomante sempre in cerca dell’insolito e dell’ineluttabile ci proietta su dimensioni inconsuete di scenari inaspettati. La vita e` quella cosa che ti succede fuori schermo. E` cosi` anche per lei? Oppure sono le felici coincidenze a determinare le nostre scelte?

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«Le coincidenze felici non condizionano le mie scelte, la vita lo fa. Sono curiosa della vita, voglio sperimentare nuove cose, viaggiare in posti dove non sono mai stata. Le idee che uso nel mio lavoro vengono dalla mia vita e da queste esperienze. Coincidenze e tutto».

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Lei e` stata una delle prime donne artiste ad ottenere un successo planetario. Dopo di lei molte sono state le donne artiste apparse. Secondo lei la sua presenza, la sua arte le ha influenzate?

M.A. «Non posso rispondere a questa domanda io stessa, deve chiedere alle donne che affermano di essere influenzate da me, io pubblico diramo il mio lavoro nel mondo e le reazioni della gente sono cosi` differenti, positive e negative allo stesso tempo. La liberta` di interpretazione e` molto importante».

“Ricordo che andai alla Biennale di Venezia per la prima volta all’eta` di 14 anni insieme a mia madre e quando scesi dal treno cominciai a piangere. Mia madre chiese il motivo di quel pianto e io risposi: «piango per tutta la bellezza che vedo in questa citta`. Tutto e` bellissimo». In questa sua espressione di stupore di molti anni fa c’e` racchiuso il “cuore bello” della citta` lagunare. La sua iniziazione all’arte da Venezia, in quel giorno specifico? La bambina dalla lunga treccia avrebbe mai immaginato un giorno di ricevere il Leone d’Oro come “Miglior Artista” nella magica citta` propiziatoria?

M.A. «La mia visita alla Biennale di Venezia fu importante per me ma non mi influenzo` a diventare un’artista. Avevo gia` iniziato a disegnare e dipingere i miei sogni, e all’eta` di 14 anni ho fatto la mia prima mostra personale. Io sentii che il mio destino era gia` segnato per me prima che lo sapessi e forse questa e` l’emozione che ho provato quando ho visitato Venezia».

Stiamo vivendo un cambiamento epocale in continua evoluzione tecnologica e virtuale. Le performance di Marina Abramovic potranno essere eguagliate ai dipinti di Caravaggio tra 20 anni? La Performance dell’umanita` di Marina Abramovic prevarra` ancora? Arte artificiale o Arte naturale?

M.A. «Questa e` un’altra domanda a cui non posso rispondere, solo il tempo potra` rispondere a questa domanda. Io so gia` che e` molto importante che qualsiasi nuova tecnologia si sviluppi, che gli esseri umani avranno ancora bisogno di emozioni, comunicazione e relazioni (legami, contatti) nella loro vita. Spero che la tecnologia non sostituisca mai cio`».

Dopo anni, nel 2023 la ROYAL ACADEMY OF ARTS di Londra dedichera` a Marina Abramovic una retrospettiva che ripercorrera` l’intero suo percorso artistico. Cosa prova ogni volta che raggiunge un obiettivo? E’ soddisfatta o pensa di poter fare meglio?

M.A. «La mostra dell’Accademia reale non sara` una tradizionale retrospettiva, sara` un nuovo modo di vedere il mio lavoro. Includera` fotografia, tecnica mista, film, video, scultura. Includera` il lavoro di tutti i diversi periodi della mia vita e sara` presentato tematicamente, invece che cronologicamente. Questa mostra dara` al pubblico la possibilita` di vedere diversi aspetti del mio lavoro e della mia ricerca. Ad essere onesta, non credo raggiungero` mai l’obiettivo. Quando lo raggiungi puo` morire. Sono sempre alla ricerca di un nuovo obiettivo».

Suo padre e` stato un generale, fondo` il governo dell’ex Jugoslavia insieme a Tito. Sua madre era la direttrice del National Wor Museum. Essere figlia di genitori cosi` autorevoli con incarichi importanti, ha influenzato la sua formazione artistica? L’hanno obbligata a ottenere una disciplina molto forte, vigore e paura? E’ per questo che lei e` un artista e una persona geniale e anticonformista?

M.A. «Sono grata all’educazione della mia famiglia. Mi ha resa quella che sono e ha notevolmente influenzato il mio lavoro. Attraverso di esso ho imparato a vincere la paura, a trovare il coraggio e forza di volonta`. Tutti questi sono elementi impor- tanti di cui si ha bisogno per durature esecuzioni artistiche, cosi` sono anche i principi che cerco di trasmettere ai miei studenti attraverso i miei laboratori, cosi` come mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia».

“Se riesci a sognare lo puoi fare” diceva Walt Disney. Ogni lucido visionario puo` trasformare un sogno in realta`: in questo momento il mio sogno realizzato si chiama Marina Abramovic (ride). E lei ha un sogno da realizzare?

M.A. «Se guardo indietro alla mia vita, ogni cosa che ho pianifi- cato di fare l’ho fatta. Ho ancora cosi` tante cose da fare, spero di vivere abbastanza a lungo».

“Il latte dei sogni” titolo della Biennale di Venezia 2022, diretta da Cecilia Alemani che ho avuto il piacere di intervistare mi fa venire in mente un’altra definizione anch’essa surreale, rivolta a lei: “VOGLIO VIVERE IN UN GUSCIO DI NOCE E SENTIRMI INVECE UNA REGINA DI UNO SPAZIO INFINITO”. W. Shakespeare. Qual e` il suo spazio infinito in cui si sente regina? Cos’e` piu` importante per lei: l’arte o l’amore?

M.A. «La natura e` lo spazio sconfinato di ognuno, specialmente il mio. Cerco di trascorrere piu` tempo possibile in natura. Nella mia vita, l’amore e` molto importante. L’amore e` alla base del fare arte. Devi amare l’umanita`, devi amare te stessa e devi amare il tuo lavoro. Devi essere amata e devi amare. Per me sono una cosa sola».

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